Diverse le risposte in atto, come i sit-in messi in piedi da amministrazioni e associazioni di cui abbiamo parlato qui, e i pareri che trovano più o meno tutti d’accordo perché “L’aumento è troppo alto”.
Di cosa si parla quando si parla di aumento? Di un costo “5 volte superiore alla media nazionale”, come riferisce CGIL. “L’aumento è pari al 2,74 per cento e interviene su pedaggi già molto alti, con costi abnormi anche per tratte di pochi chilometri”.
CONSEGUENZE DEL RINCARO – La CGIL fa notare che il rincaro “Colpisce duramente la possibilità di sviluppo legata alla mobilità tra diverse aree del Paese, tra le aree del Tirreno e quelle che si affacciano sullAdriatico e sui Balcani. Si assesta un colpo durissimo a tutta leconomia di un vastissimo territorio che ha una vitale necessità di infrastrutture e trasporti accessibili ed efficienti per poter sviluppare le potenzialità produttive”.
ABBANDONO DEL TERRITORIO – E ancora: “Si induce un ulteriore motivo di abbandono del territorio, con il conseguente grave effetto di spopolamento delle aree interne, quelle appenniniche, già duramente provate dai terremoti del 2009 e del 2016, proprio mentre sono in atto iniziative ed impegni del Governo, delle Regioni, degli Enti Locali e delle parti sociali, per la ricostruzione delle comunità locali, e per creare favorevoli condizioni di sviluppo”.
RICHIESTE DELLA CGIL – La CGIL nazionale, la CGIL di Roma e Lazio e la CGIL dell’Abruzzo sono unite nel ritenere l’aumento del pedaggio “Inaccettabile e dannoso per il territorio”. Diviene, quindi, “Necessaria una seria riflessione sul modello di gestione di questa essenziale infrastruttura autostradale e si riservano in tal senso di assumere tutte le opportune iniziative”. La richiesta è quella di fermare gli aumenti della Strada dei Parchi A24 e A25 ed è indirizzata al Governo, al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al Ministro dei Trasporti Graziano del Rio, ai presidenti della Regione Lazio Nicola Zingaretti e della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso.
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