TIVOLI: in corso di svolgimento il consiglio comunale sulle Terme Acque Albule

E’ iniziata la discussione sulle Terme Acque Albule durante il consiglio comunale di Tivoli.
L’iter di discussione della prima delle mozioni sulle Acque Albule è stato, con l’accordo dell’aula, cambiato e l’apertura della discussione è stata affidata all’assessore al Bilancio ed alle Partecipate, Maria Rosaria Cecchetti.
“Questo è un tema serio, importante per la Città, mi auguro che si un dibattito sereno, ognuno in quest’aula ha avuto un ruolo importante nella vicenda e conosciamo l’iter di questo processo. Amministrazione Proietti in una prima fase ha riferito in aula più volte sulle varie proposte fatte al socio di minoranza per trovare un accordo”.
Nel dettaglio della trattativa con il socio privato, la Fincress, che ha vinto un lungo contenzioso contro il comune per poter esercitare l’opzione PUT (il diritto a far riacquistare le sue azioni da parte dell’Amministrazione per una violazione dei patti parasociali):”L’Amministrazione non è stata ferma in questi mesi, ancor prima della sentenza ripresi i contatti con il socio privato. Abbiamo ribadito che per noi la strada era quella della scissione. C’è una delegazione che si è occupata di questi incontri, fino ad ora avuti quattro. Ora nominati dal tribunale i periti per una nuova valutazione della società, come disposto dal tribunale”.
Sulla vicenda è intervenuto anche l’ex presidente del Cda delle Terme Acque Albule, nominato dal Sindaco nella scorsa amministrazione, Giovanni Mantovani (ora eletto in consiglio comunale nelle fila dell’opposizione): ” Abbiamo chiesto consiglio comunale straordinario perché siamo preoccupati dagli effetti che questa sentenza potrebbe avere sui bilanci. Qualche accantonamento in questi anni forse ci sarebbe potuto essere, ora va preso in considerazione. Comunque siamo preoccupati anche per le influenze che la sentenza potrebbe avere sulla trattativa. Ora lo scenario è completamente diverso. Se si vuole trovare una soluzione occorre anche fare un’analisi storica. Prima del 2000 (anno della privatizzazione parziale) perdeva un miliardo di lire l’anno come media dei precedenti 15 anni. Post privatizzazione, parziale, ha utile medio di 500 mila euro l’anno. In questi anni è una società che è stata gestita bene ma è sempre stata vista come un problema”.
Sulla vicenda Acque Albule è intervenuto anche Vincenzo Tropiano, oggi consigliere della Lega ma assessore di Amore per Tivoli ai tempi dell’amministrazione guidata da Sandro Gallotti che annullò i patti parasociali. “All’ora il sindaco Gallotti sbagliò sul come contestò quei patti, non sul se. Sbaglio, magari, a non avere un mandato a trattare, avrebbe potuto contestare le mancanze del socio privato e, quindi, annullare i patti, ma ancor dal punto di vista politico dico bravo a Gallotti. Comunque oggi dobbiamo pensare alla sentenza e dobbiamo fare in modo che a questo patrimonio della città venga dato un futuro senza prostrarsi a nessuno”.
“Ci sono diverse posizioni all’interno della coalizione di Proietti, come farà il Sindaco a trovare una maggioranza – attacca dalle file del PD Alessandro Fontana -. Un sindaco che ha cambiato idea più volte sulla vicenda termale. Nella prima campagna elettorale Proietti dichiarava che voleva riacquisire le Terme, poi che andavano dismesse, poi che si potevano tenere. Ora esulta perchè il tribunale conferma che le Acque Albule possono essere gestite dall’Amministrazione. Per uscire fuori da questa situazione serve un consiglio comunale autorevole, dove maggioranza e minoranza si mettono sedute insieme per trovare una soluzione. Pensando di far gestire tutto ad uomo solo al comando, o a una delegazione, imbocchiamo una strada pericolosa”.
Dalle fila della maggioranza arriva la prima risposta agli attacchi arrivati dall’opposizione, ad intervenire il consigliere di Tivoli Mia, e membro della commissione trattante con la Fincress, Federica Unisoni: “Si tratta di una sentenza di primo grado, non definitiva perchè è bene fare una corretta informazione, a differenza dei manifesti che magari in modo fuorviante sono stati affissi. E non penso che il Comune di Tivoli abbia un Sindaco dalle idee schizzofreniche né che ci siano state posizioni schizzofreniche della maggioranza, abbiamo sempre cercato di avere una condotta rispettosa della legge”.
“La gente – prosegue Carlo Caldironi, M5S – mi chiede come siamo arrivati a questo. Ritengo che sia giusto che un consiglio comunale forte possa trovare una soluzione. E’ stato fatto allarmismo, siamo in una prima fase. Ma vanno date tante risposte, cosa ha intenzione di fare il Comune con questa società, dove troverà i soldi. L’allarmismo è facile da fare. E’ il caso che si parli sopratutto di quello che dovremmo fare, e si dovrà fare, per questa società”.
Critica la posizione di Andrea Napoleoni, Lega, che oltre ad attaccare l’amministrazione lancia anche due proposte: “L’assessore Cecchetti non ci ha detto nulla di nuovo tranne che si sta proseguendo in un percorso che in questi quattro anni ha portato ad un fallimento completo. Mi auguro che l’Amministrazione trovi il bando della matassa per risolvere questa vicenda, evitando il dissesto finanziario del Comune. L’assessore non ci ha detto cosa potrebbe succedere se non si trovasse un accordo, ma questa risposta ci doveva essere data tre anni fa. Nella trattativa che state facendo serve una perizia, ora, non quella che farà il tribunale più avanti, è solo una figlia di fico. Trovo sia una genialità, poi, la minaccia del sindaco Proietti di nominare un amministratore della società in grado di fare termalismo. Crede davvero che possa trovare un manager in grado di governare, con un socio di minoranza dentro, la società. Suggerisco per il bene della città che si provi a fare un bando per la cessione del 60% delle azioni con l’opzione eventuale del 40%, altrimenti siamo scoperti, e poi manifestazione di interesse per valutare la congruità dell’eventuale affitto dello stabilimento e dell’albergo da un soggetto diverso della Fincress”.
Spese legali, ricorsi e prospettive per il futuro, invece, sono i punti salienti dell’intervento di Manuela Chioccia, PD: “Gli unici vincitori sono stati gli avvocati, in questi anni speso più di un milione di euro per i legali. Mi auguro che ci sia una relazione degli avvocati che hanno seguito per il comune la causa che dia, non dico la certezza ma almeno la possibilità, di rovesciare la sentenza perchè è facile dire, oggi, di voler fare ricorso. Inoltre la società termale ha ancora tanto da sviluppare ed al di la di perizie e contenziosi in questi anni non abbiamo visto continuare lo sviluppo della società. Con auditorium, centro sportivo, sala convegni, si sarebbe potuto sviluppare un quartiere secondo un’idea ben precisa. Noi chiediamo che ci sia anche un’idea di sviluppo da perseguire”.
Intanto dopo una lunga discussione durata per tutta la mattina, nel primo pomeriggio è stato approvato il regolamento per la gestione della Rocca Pia. Con i soli voti della maggioranza, i consiglieri di opposizione sono usciti dall’aula o sono usciti in segno di protesta, è stato votato il documento che dovrà essere ora integrato da deliberazioni di giunta in merito a tariffe ed orari di apertura.
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