Guidonia – Giovani Forza Italia: Perchè l’Europa è l’unica soluzione per il rilancio economico?

I “Giovani di Forza Italia” di Guidonia, coordinati dal commissario Miriam Bufalieri, spiegano perché – dal loro punto di vista – l’Europa, ad oggi, è l’unica soluzione credibile per il rilancio economico. Questa la nota scritta da Giacomo Sferruzza e Valerio Massini.

ESSERE EUROPA

L’obiettivo del governo appare chiaro e trasparente: plagiare una scontenta democrazia rappresentativa mediante azioni qualunquiste, processi mediatici e gogne pubbliche, rivendicando il marcio che fu e perseguendo un continuo e surreale disincentivo del lavoro, della creazione di valore aggiunto e della ricerca scientifica. Il tutto contornato dalla “soppressione del dissenso”, ove un patibolo eretto sulla bacheca di un social qualunque ricrea un’aula di tribunale, contornata da militanti profani che attendono con passione e veracità la rottura del collo del mal capitato al grido di “giustizia”.

Abbiamo assistito inermi ad un’alternanza ideologica e politica su tematiche di spessore cruciale che hanno condotto i runner di stato al nulla cosmico. Le (non) scelte del governo in merito al Recovery Fund, al Fondo Salva Stati e sulle varie politiche di QE proposte dall’Europa, ne sono l’esempio.

Il governo, in quanto tale, è responsabile. Ciò che si rimprovera, infatti, non è la scelta errata, non è l’incapacità congenita nelle forze di maggioranza del paese, bensì la “non-scelta”. La presunzione di innocenza è un mantra, ove un misto di viltà, a fronte di responsabilità imperative per il ruolo che si occupa ed indolenza nelle scelte, nonché menzogna verso i cittadini, conducono il paese ed il suo tessuto industriale a continue sofferenze.

L’arsenale progettato dalla Banca Centrale Europea è corposo e ricco di sfaccettature che devono essere colte, nonché correttamente recepite. Peccato che Conte e Di Maio non se ne rendano conto.
C’è un evidente bisogno di presidio nelle scelte istituzionali di matrice economica-finanziaria di cui il governo Conte necessita e che forze politiche esterne alla maggioranza possono dare. Silvio Berlusconi ha più volte ribadito che, “collaborazione e coesione istituzionale per un fine di pubblico interesse, non significano convergenza politica”. Forza Italia, a differenza di altri, si è sempre schierata nettamente a sostegno dell’imprenditoria, supportando la crescita del paese. Una crescita reale e tangibile che ha toccato tutti i settori.

Rinunciare ai 37 miliardi del MES sarebbe non solo uno sbaglio in termini di cash-in-flow per favorire la liquidità di settore, ma anche una perdita contro i competitors comunitari e stranieri in un mondo sempre più globalizzato. Il sì al MES di Forza Italia non è quindi concepibile come un mero sostegno al governo.
La parola d’ordine è liquidità. Tanta liquidità, quanta prevista dal Fondo Monetario Internazionale (150 miliardi) per cementare la voragine causata dal crollo dei redditi, per alimentare i consumi e per controbilanciare la contrazione della domanda. Abbastanza liquidità per sorreggere un sistema sanitario al collasso ed un mercato del lavoro in contrazione.

Dove reperire la liquidità necessaria? Le tasse non si alzano in tempi di recessione; si aspetta l’inversione della curva, dicevano alcuni. Patrimoniale in piena linea 90’ proposta dal PD? Anacronistica!
Quindi, l’unica risposta alla domanda è Europa. In prima battuta la BCE ha annunciato politiche monetarie espansive mediante l’acquisto massivo di titoli di stato fino a 930 miliardi con un 13% destinato al Bel Paese ed un’ulteriore riduzione dei tassi, qualora fosse necessario.
Per sua stessa natura, però, la BCE non può acquistare un trilione di titoli ogni anno per sempre. Ecco quindi l’entrata in campo degli strumenti di coesione economica, tanto criticati da una buona fetta del governo: MES, Recovery Fund ed il quanto citato PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme).

L’Italia è forte ed il suo tessuto industriale inimitabile. Siamo un popolo capace di fare impresa, di suscitare invidia e destare stupore. Condottieri in prima linea contro il virus, abbiamo acceso la speranza di molti e trasmesso al mondo la nostra resilienza.
C’è però un vizio di forma. L’Europa non tratta e non discute con gli italiani, discute con i sui rappresentanti. Discute con uno stato al collasso e con una maggioranza politica inetta ed inadeguata. Tratta con uno stato indebitato ed associato continuamente ad un fare stordito da affari interni che poco interessano la nazione.

Che alcuni partiti sparino a zero sull’Europa è comprensibile. La loro è una scelta politica. Il loro scopo è portarci fuori dall’Europa, condivisibile o meno. Ma che il presidente del Consiglio fronteggi dibattiti su politiche europee con frasi tipo «Pronti a fare da soli» non solo è controproducente, è rischioso ed assolutamente privo di credibilità.

 

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