TIVOLI – “Noi, contagiati dal virus e abbandonati dalle istituzioni”

L'appello del 71enne presidente del Centro Anziani Empolitano, Antonio Di Giuseppe, in quarantena dal 5 novembre insieme alla compagna.

“L’ASL si è dimenticata di noi. Io e la mia compagna siamo prigionieri in casa da due settimane, ma nessuno si è fatto vivo”. Antonio Di Giuseppe è il presidente del Centro Anziani Empolitano di Tivoli, anche lui e la sua compagna contagiati dal Covid, e affetti da polmonite.

Per fortuna i due pensionati vivono la loro quarantena tranquillamente ma si sentono abbandonati dalle istituzioni, per questo, Venerdi pomeriggio 20 novembre, a quarantena praticamente ultimata, hanno contattato la redazione di Tiburno per raccontare il loro caso. La disavventura di Antonio e della compagna 69enne, è iniziata dopo essere stati a contatto con persone di loro conoscenza risultate positive.

“Appena lo abbiamo saputo -racconta la coppia- abbiamo deciso di eseguire il tampone rapido. Così la mattina del 4 novembre ci siamo recati prima all’ospedale di Palombara Sabina dove però non c’erano piu tamponi disponibili. Poi abbiamo raggiunto il drive-in di Guidonia, che era al collasso. A quel punto abbiamo optato per una struttura della Asl vicino l’ospedale Pertini a Roma per eseguire il test rapido, risultato positivo dopo mezz’ora”.

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Ritornati a casa a Tivoli e avvertendo le prime difficoltà respiratorie la coppia ha deciso di raggiungere il pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma: entrati alle 19,30 Antonio e la compagna sono stati dimessi alle 9.30 del 5 novembre, dopo essere stati sottoposti ad analisi del sangue, elettrocardiogramma, tac e -naturalmente- ad un nuovo tampone che ha confermato il contagio.

“Positivi con polmonite in forma lieve per entrambi -prosegue Antonio- i medici ci hanno prescritto una terapia antibiotica e cortisone per 10 giorni senza bisogno di ossigeno. Una volta tornati a casa, abbiamo anche informato il nostro medico di base, che ha contattato la ASL, ma ancora oggi non veniamo ricontattati da nessuno per sapere delle nostre condizioni ne i contatti che abbiamo avuto. Siamo isolati, le istituzioni sono vacanti. Anche per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti speciali abbiamo avuto problemi, visto che abitando al secondo piano di un condominio sono dovuto uscire in strada con la polmonite, per conferire i sacchetti, rischiando di incrementare il contagio”. (Em. Lan.)

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