Il Comitato Nazionale ‘ANPI rigetta l’idea “dell’autonomia differenziata”

Scatta un appello a salvaguardare il fondamento dell’unità nazionale e a garantire l'eguaglianza dei diritti, dei servizi e delle tutele dei cittadini, su tutto il territorio nazionale.

Il 20 novembre l’ANPI ha rilasciato un comunicato stampa in cui si rigetta il ricorso alla cosiddetta “autonomia differenziata” nelle gestione delle regioni a statuto ordinario, paventato dal Governo sulla base dell’Art.116 del Titolo V della Costituzione, dopo la revisione del 2001, che recita: “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, … possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 119”.

Il comunicato riporta le posizioni dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia che si riassumono con le dichiarazioni che seguono:
“Considerato che, mentre il Paese è impegnato in ben altri problemi, immediati e di prospettiva, si torna di nuovo a parlare del “problema” delle “autonomie differenziate”, al punto da inserire il d.d.l. “Disposizioni di attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’art. 116, comma 3 Cost.” tra i disegni di legge collegati alla decisione di bilancio;
Considerato altresì che ciò che sta avvenendo nel corso della pandemia, nel nostro Paese, come in altri, circa i rapporti tra Stato e Regioni, imporrebbe una riflessione approfondita sul reale significato dell’art. 5 della Costituzione, al fine di realizzare una reale e non divisiva collaborazione tra Stato e Regioni, nell’interesse complessivo della comunità Nazionale;
il Comitato Nazionale ANPI esprime, ancora una volta, il dissenso dell’ANPI rispetto ad ogni iniziativa che prospetti inammissibili differenziazioni all’interno del sistema delle Regioni, nonché la netta contrarietà dell’ANPI rispetto ad ogni forma di “autonomia differenziata”, che non farebbe che minare alle basi quella unità che è a fondamento del sistema Costituzionale e dei rapporti Stato-Regioni, in qualsiasi contesto, ma soprattutto in un momento in cui il Paese, a causa di serie e gravi emergenze sotto il profilo, sanitario, economico, e sociale, deve affrontare la situazione in piena unità, e al dì fuori ogni tipo di diseguaglianza, anche sul piano istituzionale, nell’esclusivo interesse della collettività nazionale”.

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Uno dei punti all’ordine del giorno riguarda poi la preoccupante situazione della Sanità in Calabria, dove poche ore fa si è “bruciata” anche la candidatura di Agostino Miozzo, già braccio destro di Guido Bertolaso, a Commissario alla Sanità della Regione. Ciò ha spinto l’ANPI ad affermare: “Di fatto, dopo quattro ipotesi di nomine di commissari fallite, e conseguenti dimissioni in soli dieci giorni, sta venendo meno il dettato costituzionale che con l’art. 32 dovrebbe garantire il diritto alla salute ai due milioni di abitanti calabresi. Oggi, a fronte della nuova inchiesta giudiziaria e all’arresto del presidente del Consiglio regionale, la situazione rischia di provocare nuove difficoltà. E‘ necessario pertanto procedere subito alla nomina dei nuovi dirigenti con scelte lungimiranti basate esclusivamente sulle capacità e competenze manageriali”.

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