Anche sui vaccini c’è una questione di genere

Più effetti collaterali sulle donne. Ma la risposta immunitaria è maggiore

E se bastasse mezza dose?

Una cosa è certa: nei giorni che seguono l’inoculazione, gli effetti collaterali colpiscono di più le donne. Ma i motivi del meccanismo reattivo ancora non sono ben chiari.

Le reazioni più intense possono creare fastidi più o meno gravi  ma indicano anche una protezione più efficace contro la malattia che si vuole prevenire.

Un recente studio americano su oltre 13 milioni di vaccinati negli Usa, ha rilevato che quasi l’80% dei pazienti che hanno riportato reazioni erano donne anche se rappresentavano solo il 61,2% dei vaccinati.

Si è ipotizzato che gli ormoni abbiano un ruolo in questa predominanza. Se il testosterone sembra infatti avere un effetto immunosoppressore, il sistema ormonale femminile garantisce una risposta immunitaria più forte rispetto agli uomini.

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Ma questa è anche un’arma a doppio taglio perché implica che le donne abbiano maggiore probabilità di sviluppare malattie autoimmuni.

Altri studi hanno dimostrato che la risposta delle donne a mezza dose di vaccino antinfluenzale sia la stessa degli uomini a una dose intera. Si ipotizza dunque che le donne non abbiano bisogno della doppia inoculazione di preparati anti COVID-19.

C’è da dire che la componente comportamentale giochi un ruolo molto importante: le donne sono più inclini ad andare dal medico ed essere proattive a seguito della manifestazione di sintomi

 

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