L’Associazione Ecologica Monti Sabatini: “No alla discarica di Magliano Romano”

"Siamo convinti che senza il nostro operato, e quello di altre associazioni, comitati, cittadine, cittadini ed amministrazioni comunali, oggi, sicuramente, staremmo parlando non di ipotesi di sito per i rifiuti di Roma, ma di certezza."

Questa roulette russa che è diventata la gestione dei rifiuti di Roma, se da un lato ha dimostrato per l’ennesima volta la veridicità del famoso aforisma africano “Quando gli elefanti combattono è sempre l’erba a rimanere schiacciata”, con i territori della provincia nella parte dei soggetti più vulnerabili e pronti a diventare vittime sacrificali della logica emergenziale, forse sostenuta dai soliti noti pronti a fare cassa sulla pelle dei cittadini, dall’altro ha avuto risvolti mediatici positivi che hanno permesso di riportare agli onori della cronaca la nostra battaglia, che ormai si protrae da otto anni.

I recenti eventi, da ultimo quello riportato sul Corriere della Sera dal quale si evince che la Procura di Roma, nella persona del PM Rosalia Affinito, sta indagando sull’Ing. Tosini per le autorizzazioni rilasciate dalla stessa, quando era dirigente regionale, per la Discarica di Magliano Romano, ci hanno permesso di comprendere che non era più tempo di attendere oltre, ma di operare in maniera propositiva per favorire l’operato dei competenti organi giudiziari, augurandoci che facciano definitivamente chiarezza sulla discarica di Magliano Romano.

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I sette ricorsi al TAR del Lazio vinti, su altrettante autorizzazioni rilasciate dagli uffici regionali, ci danno, e devono dare a tutti, la certezza che la nostra è una battaglia di civiltà e non dettata dalla sindrome NIMBY: siamo convinti che senza il nostro operato, e quello di altre associazioni, comitati, cittadine, cittadini ed amministrazioni comunali, oggi, sicuramente, staremmo parlando non di ipotesi di sito per i rifiuti di Roma, ma di certezza.

Ma ciò non basta: le molteplici interrogazioni parlamentari ed al Consiglio Regionale, dalle quali si evince che già nell’atto di rilascio della prima autorizzazione, concessa dal Comune di Magliano Romano nel 2007 che ha trasformato una cava in una discarica, forse non sono state rispettate le indicazioni normative, sollevano interrogativi sui quali andrebbe fatta definitiva chiarezza.

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Riponiamo grande fiducia nella magistratura, ed è per questo che abbiamo inviato alla PM Affinito migliaia di pagine che, siamo certi, potranno essere utili ad approfondire il tema “discarica di Magliano Romano”.

 

 

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