Lavoratori Rsa e centri riabilitazione del Lazio oggi in protesta all’Aris

Cgil Cisl Uil: “Senza contratto da 9 anni, una vergogna. Regione intervenga. Mobilitazione sempre più forte fino alla riscrittura del contratto”

Cgil Cisl Uil chiedono tutela salariale

“Lavoratori da 9 anni senza un Ccnl degno di questo nome. E con un gap di salario, diritti e regole, rispetto ai colleghi della sanità pubblica e privata, che grida vendetta. È una vergogna che chi ha pagato un prezzo così alto durante la pandemia e svolge quotidianamente un lavoro inestimabile per le fasce più fragili della popolazione, sia trattato senza alcun rispetto. Noi non arretriamo”. Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di categoria Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio – caricano la mobilitazione dopo il presidio di oggi sotto la sede di Aris regionale e nazionale.

“Andremo avanti fino a che non sarà superata la vergogna di contratti al ribasso: vogliamo un contratto unico, siglato da Aris e Aiop con Cgil Cisl Uil, che recuperi diritti e tutele, così come è stato per le Case di Cura. Sarà un percorso lungo, ma non ci fermeremo alle intenzioni dichiarate”.

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“L’impegno datoriale ribadito oggi rispetto ad una convocazione Aris Aiop Lazio e Cgil Cisl Uil è un passo ancora timido. Non è più tollerabile nascondersi dietro la scusa delle quote di risorse regionali che non arrivano. Il tavolo negoziale doveva essere aperto un anno fa. E le associazioni imprenditoriali regionali finora hanno continuato a prendere tempo” continuano a fare melina”, puntualizzano Cenciarelli, Chierchia e Bernardini.

“Stiamo parlando di un settore in cui la moneta corrente è fatta di dumping contrattuale e accordi di comodo non sottoscritti dalle confederazioni, di discriminazione rispetto ai colleghi della sanità, di salari e condizioni di lavoro insostenibili, di buchi negli organici e turni raddoppiati, contingentamenti e vessazioni, situazioni di rischio per lavoratori e i pazienti”.

Anche il Papa ha ammonito ieri gli imprenditori del settore contro l’affarismo, i passaggi di proprietà e il non rispetto della dignità dei lavoratori.  Se anche il messaggio del Papa non fosse stato chiaro, specie per la sanità religiosa, di cui Aris è associazione datoriale di rappresentanza, penseremo noi a ricordare che senza un nuovo contratto, senza tutele vere, senza che si metta fine al vero e proprio sfruttamento del lavoro, la protesta dei lavoratori di Rsa e centri di riabilitazione andrà avanti sempre più determinata”.

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“Da Aris e Aiop Lazio pretendiamo una posizione netta per cancellare gli accordi pirata firmati senza Cgil Cisl e Uil e firmare un Ccnl riallineato con tutta la sanità privata”, proseguono i sindacalisti. “Anche la Regione Lazio deve uscire dal silenzio e fare pressione per l’apertura del tavolo nazionale. Chiudendo i rubinetti delle risorse pubbliche a chi non rinnova i contratti e  dal ritiro dell’accreditamento per chi non rispetta le regole e sfrutta i lavoratori”.

“La nostra protesta non si fermerà qui”, concludono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “Ripartiremo con nuove iniziative e siamo pronti ad azioni eclatanti di mobilitazione. La nostra è una mobilitazione per il contratto, ma anche per la tenuta dei servizi alla comunità nel post-pandemia”.

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