Recuperare il crollo degli apprendimenti
I risultati delle prove Invalsi sono impietosi: la metà degli studenti italiani è impreparata.
Resistono solo le elementari, ma dalle medie in su è un vero disastro. Negli ultimi due anni c’è stato un crollo degli apprendimenti, soprattutto alle superiori. Quasi la metà dei ragazzi che ha appena superato la Maturità sa rispondere soltanto a domande che dovrebbero essere parte del programma di terza media, al massimo di prima superiore.
La Dad — le due stagioni di scuola a singhiozzo, le connessioni a rilento — sono state l’approdo finale di una scuola già in grave difficoltà. Ecco perché si rende necessario riportare i ragazzi in presenza per recuperare il terreno perduto.
Le due Regioni che hanno perso di più sono anche quelle che hanno tenuto i cancelli chiusi più a lungo, Puglia e Campania. La fotografia scattata dall’Invalsi restituisce comunque un’Italia divisa in due, dove il Covid ha allargato ulteriormente la forbice Nord-Sud.
Sono peggiorati i risultati degli studenti più scarsi, ma anche la quota dei più bravi si è assottigliata. A pagare il prezzo più salato sono stati i ragazzi che provengono dalle famiglie meno abbienti.
Alle medie gli studenti che non raggiungono la sufficienza in italiano sono due su cinque. In matematica va anche peggio: il 45 per cento degli alunni è sotto la soglia del sei, con punte del 60 per cento in Calabria, Campania e Sicilia. Ma la vera caduta è alle superiori. Gli insufficienti in italiano sono il 44 per cento e in matematica sono più della metà: 51% a livello nazionale, 70% al Sud. Rispetto all’italiano e della matematica, i risultati in inglese sono abbastanza stabili anche se non particolarmente brillanti: metà dei maturandi non raggiunge il livello B2 nella lettura di un testo scritto e le cose si complicano nella comprensione di un audio in lingua.
Dati questi che devono fare riflettere e che ci consegnano quarantamila “maturati” privi di una preparazione effettivamente spendibile nel mondo del lavoro.