Ancora una morte sul posto di lavoro

Stavolta è a Modena, stavolta la sentenza è toccata a Laila ...

E’ successo in provincia di Modena a una donna di 40 anni … “Nessuna l’ha sentita gridare”

Insistiamo nel dire che il lavoro è una parola derubricata dai notiziari. Affiora solo quando è in congiunzione con la sua perdita, nel caso di grandi imprese quindi di collettività espulse dal circuito della produttività, e quando è in congiunzione con la morte. Solo allora i notiziari si ricordano di trattare il problema del lavoro.

La storia di Laila  somiglia tremendamente a quella di Luana, morta in circostanze simili il 3 maggio a Montemurlo. Entrambi madri. Laila di una bambina di quattro anni, Luana uno di cinque.

Le biografie si somigliano a molte altre donne e uomini: l’assunzione, la felicità di costruire il proprio destino, la paura di perdere il posto per motivi che sfuggono totalmente alle proprie potenzialità, il sentirsi parte di un sistema, le gite con gli amici, la gestione del quotidiano … Fin quando tutto finisce per colpa (sì, per colpa, come se a una macchina si possano dare responsabilità morali, oltre che oggettive) di una macchina. Stritolata dalla macchina fustellatrice.

La Cisl di Modena ha manifestato la sua preoccupazione per “il coinvolgimento sempre più frequente degli infortuni di lavoratrici alle prese con i macchinari industriali che hanno ingranaggi in movimento”. Sempre la Cisl però avverte che mancano i controlli nelle imprese locali. C’è un deficit di ispettori nella zona pari al 30% del necessario. Eppure, sempre in zona, sono registrate 58mila aziende che hanno almeno un lavoratore impiegato.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - Sbornia del primo maggio, automobilista ubriaco investe il pedone

La misura per cui si può fermare il bollettino dei decessi per lavoro avviene solo attraverso la dimensione del controllo. Ma su questo gli assertori della deregulation, neo-liberisti mascherati, (perché non dimentichiamoci che stiamo a Modena), lo vivranno come un impaccio per il quale la forma di ricatto latente è sempre la stessa: ‘troppi controlli, troppa burocrazia, troppe misure preventive da adottare e io delocalizzo. Conviene!

Nel nostro paese il soggetto politico che è venuto a mancare è proprio quello che trova nel lavoronon solo nel suo mantenimento e della facilitazione delle condizioni sociali di procacciarselo – il centro del suo sistema di pensiero. Parlare di lavoro in senso attuale, nelle condizioni effettive in cui si realizza, è considerato pedante e pericoloso per l’elasticità di fare impresa. Ma il sonno delle verifiche, la mancanza di limitazioni delle condizioni materiali in cui si effettua, produce a cronache di questo tipo. Ma anche quelle vengono relegate in dodicesima pagina. Ma la drammaticità della condizione attuale dice qualcosa in più, rispetto al nostro passato. Oggi non sappiamo più chi o cosa ci potrà salvare.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - Malore alla guida, l'auto finisce contro il muro

 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.