Il Colonnello e la giornata contro gli italiani

Gli italiani, sono privati di ogni loro bene, compresi i contributi assistenziali versati all'INPS.

Con l’avvento di Mu’ammar Gheddafi i rapporti fra Italia e Libia iniziano a complicarsi, almeno nei primi anni di gestione del potere da parte del Colonnello. Per verità storica è necessario rammentare che la colonizzazione italiana della Libia si deve soprattutto a Giovanni Giolitti, spinto a conquistare il paese nordafricano dalle pressioni dei fabbricanti d’armi e dai gruppi finanziari. Dopo il secondo conflitto mondiale la Libia passa al Regno Unito e negli anni successivi Re Idris viene spodestato dal Colonnello. L’avversione del dittatore nei confronti del nostro Paese si percepisce fin da subito con misure sempre più restrittive nei confronti dei circa 35.000 italo-libici che ancora vivevano nella ex colonia, culminate col decreto di confisca del 21 luglio 1970 emanato per “restituire al popolo libico le ricchezze dei suoi figli e dei suoi avi usurpate dagli oppressori”. Gli italiani, sono privati di ogni loro bene, compresi i contributi assistenziali versati all’INPS.  Dal 1970 al 2008, ogni 7 ottobre, in Libia si celebra il “giorno della vendetta”, in ricordo del sequestro di tutti i beni e dell’espulsione di 20.000 coloni italiani. Negli anni il rapporto con il Colonnello migliora a tal punto che la Fiat cede alla banca centrale libica di Gheddafi il 10% di azioni in cambio di 415 milioni di lire, siamo nel 1976. Gli affari sono affari per tutti.

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FGI

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