Quel che nel nostro paese appare un’acquisizione diffusa è invece oggetto di interrogazioni in sede scientifica. Si tratta della necessità di ricorrere al richiamo vaccinale contro il Covid, la cosiddetta (e a sproposito) “terza dose”.
Nelle vere sedi di scienza, cioè a livello internazionale, non nelle dichiarazioni dei portavoce delle ultime novità in sede di ricerca, il dibattito continua. È stata ribattezza e oramai da tutti riconosciuta con l’espressione: “dose booster”. (Con l’espressione ‘ booster ‘ si intende quel propellente in grado di dare la giusta spinta che consente all’intera dinamica immunizzante di funzionare).
Negli Stati Uniti c’è chi è perplesso. Nel New York Times sono stati pubblicati pareri autorevoli che dissentono da questa pratica. Nel Centers for Disease Control and Prevention e nella Food and Drug Administration si ritiene che, eccetto per gli adulti aventi più di 65 anni, la grande maggioranza degli americani è già ben protetta contro le forme gravi della malattia, quindi non c’è bisogno della terza dose.