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La rivincita delle fiere

Il settore è ripartito alla grande e si mostra come acceleratore del nostro export

Anche l’ultimo G20 che si è svolto alla Nuvola dell’Eur ha mostrato la grande voglia di ritornare a muoversi, sia per lavoro sia per piacere, tanto che nell’occasione di cui sopra nella capitale gli alberghi si sono riempiti. Lo stare “in presenza” è più che mai in prima fila, per andare a vedere e toccare con mano i prodotti, soprattutto di quel Made in Italy il cui successo, nel mondo, non ha mai avuto fine. Insomma, le fiere ripartono con il botto, a partire da settembre con il Salone del Mobile di Milano, ma anche i numeri del Cersaie e dell’Eima a Bologna non sono stati niente male, così come il Tuttofood, ancora appuntamento milanese, che solo pochi giorni fa, alla fine di ottobre, è stato visitato da più di 150mila visitatori. E ne sono contenti anche gli operatori del settore del nostro nord-est che ritornano a guardare il futuro con una certa dose di cauto ottimismo, dopo il crollo fino al 50% e oltre (considerando tutto l’indotto che si origina attorno alle fiere) registrato nel 2020. Del resto, come sottolinea una ricerca condotta da Market Watch, nei prossimi quattro anno il comparto produrrà un fatturato per 50 miliardi di dollari. Tra gli esperti del settore, già il sorriso si fa strada, poiché l’accelerazione degli ultimi eventi è tale che si stima il ritorno al periodo pre-Covid del 2019 molto prima del 2024 come previsto fino a poco tempo fa. Internet rimane una vetrina importante, d’accordo, e da lì non si torna indietro, ma le fiere rimarranno uno spazio determinante per promuovere prodotti italiani e attrarre attenzioni e investimenti sulle nostre aziende. Nella foto, il presidente Mattarella all’inaugurazione del Super Salone del Mobile a Milano.

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