Anche nella diffusione del contagio entra in campo la genetica

Arriva da Oxford la scoperta del gene causa delle complicazioni da Covid

Se il genotipo ha caratteristiche che portano ad aumentare le possibilità di rischio dopo il contatto con il Covid ci sono forti possibilità che se non ci fosse stato quel gene non ci sarebbero stati certi effetti.  È la scoperta che arriva da una ricerca pubblicata il 4 novembre. La ricerca è stata possibile attraverso l’utilizzazione di algoritmi e una tecnologia molecolare d’avanguardia.

Esiste un gene per cui si raddoppiano le possibilità per la respirazione degenera a livelli di insufficienza per l’ossigenazione dell’intero organismo. La rilevazione del gene appartiene ai centri di ricerca di Oxford. Quindi le cellule della superficie dei polmoni, della trachea e di ogni altro organo interessato alla respirazione sono maggiormente interessate all’interazione con il virus creando danni maggiormente irreparabili che per altri codici genetici.

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E il problema consiste anche nel fatto che alcune etnie sono maggiormente interessate a questa versione del gene. Ad esempio nel sud est asiatico. Si spiegherebbe, quindi, non come mala sanità il fatto che in certe aree dell’emisfero terrestre gli effetti del contagio siano stati particolarmente nefasti. Nello specifico c’è stata una più forte ospedalizzazione e morte nelle comunità del subcontinente indiano.

È chiaro anche che quella di questo gene non può essere l’unica spiegazione delle diverse concentrazioni nella diffusione del virus.

Decisivo il modo in cui il polmone risponde all’infezione. Finora i trattamenti si sono specificamente concentrati sul sistema immunitario e invece la genetica da una grande spiegazione e forse anche qualche spiegazione.

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