TIVOLI - Tribunale, Giustizia lumaca anche con la Riforma Cartabia?

Intervista al Presidente del Tribunale di Tivoli Stefano Carmine De Michele: “Servono più risorse per dare una risposta davvero celere”

La Riforma Cartabia è davvero la soluzione di tutti i mali della Giustizia Italiana?

A tal proposito gli addetti ai lavori nutrono parecchi dubbi sulla Riforma che prende il nome dall’ex ministro della Giustizia del governo Draghi, Marta Cartabia, e mira a velocizzare i tempi del processo civile e penale, intervenendo sia su alcuni aspetti dell’iter processuale, sia prevedendo un progressivo aumento della digitalizzazione dei processi.

Dopo il parere dell’avvocata Eliana Lelli, neo Presidentessa del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Tivoli (CLICCA E LEGGI L’INTERVISTA DI TIBURNO), il quotidiano on line Tiburno.Tv ha intervistato il Presidente del Tribunale di Tivoli Stefano Carmine De Michele.

Dal primo marzo è entrata in vigore la Riforma Cartabia con l’obiettivo di velocizzare i tempi del processo.

Presidente, cosa cambia davvero dal primo marzo 2023 al Tribunale di Tivoli?

Come per ogni riforma che si propone di migliorare l’efficienza e la qualità della giustizia, lasciando tuttavia le risorse invariate, la sua migliore applicazione richiederà a magistrati, personale amministrativo e avvocati un ulteriore grande impegno di attenzione ed energie. Venendo al Tribunale di Tivoli, un Ufficio giudiziario di medie dimensioni, con una pianta organica dei magistrati e del personale fortemente sottostimata rispetto alla domanda di giustizia di un bacino di 75 Comuni ( che comprende la terza città del Lazio per numero di abitanti), la Riforma sta richiedendo, nell’immediato, un grande sforzo innanzitutto organizzativo da parte di tutti.

È facile comprendere le difficoltà di gestire i cambiamenti che questa Riforma impone, poiché comporta un forte impatto su tutti i settori della giurisdizione (penale, civile ordinario, settore famiglia, esecuzioni), peraltro a pochi mesi dall’entrata in vigore dalla riforma del settore fallimentare, in un Tribunale in cui non esistono, come in quelli di maggiori dimensioni, sezioni specializzate, presiedute da presidenti di sezione, attrezzate per concentrarsi su un’unica materia.

Nonostante queste difficoltà, tengo a dire che qui nel Tribunale di Tivoli abbiamo cercato, attraverso riunioni di studio ed organizzative e provvedimenti finalizzati, di attuare sin da subito e nel migliore dei modi i cambiamenti non solo processuali che la Riforma ha portato.

La Riforma quale impatto reale avrà sugli Uffici giudiziari del Tribunale di Tivoli?

L’impatto reale della Riforma potrà essere valutato solo a distanza di almeno un anno dall’entrata in vigore: questo è scontato, poiché i processi si svolgono nel tempo e servirà un adeguato campione statistico per apprezzare i risultati delle innovazioni introdotte.

Devo poi aggiungere che nel settore della esecuzione forzata la Riforma traduce in norme di legge prassi processuali ormai da molto tempo patrimonio dei giudici del Tribunale, per cui nei fatti è già da anni in applicazione.

Quanto al processo civile in generale, nell’immediato posso giudicare in termini positivi gli effetti di alcune novità:

a) la stabilizzazione del meccanismo di sostituzione di alcune udienze del processo civile con note trattazione scritta: questo ha consentito già nella fase della emergenza pandemica e permetterà ora a regime ordinario di superare, per il Tribunale di Tivoli, il problema delle udienze affollate, e tuttavia sempre finora necessarie per consentire l’avanzamento del processo, (stante l’imponente numero di procedimenti e l’esiguità dei giudici), liberando inoltre le parti dall’incombente della comparizione in aula ove non indispensabile;

b) la nuova articolazione del processo civile, con la previsione di un rinnovato procedimento semplificato di cognizione ed inoltre con la diversa strutturazione del procedimento ordinario di cognizione, (in modo tale che sin dalla prima udienza il giudice è messo nelle condizioni di indirizzare il processo verso l’istruttoria o verso la decisione), consentiranno di adattare meglio il processo, come avviene per la manifattura di un abito sartoriale, alla domanda di giustizia, conferendo maggiore elasticità, e non per questo meno certezza, allo schema delle scansioni processuali;

c) la concreta spinta verso una maggiore specializzazione dei giudici: l’esempio più evidente è forse quello che ha riguardato il settore famiglia, poiché nell’ambito del processo civile è stata introdotta una sorta di “Codice Rosso” che impone un altissimo dovere di vigilanza al presidente del collegio e al giudice relatore sin dalla introduzione dei procedimenti di separazione o divorzio e di regolamentazione della gestione dei minori, nelle coppie non coniugate.

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Sono previsti meccanismi di vigilanza e di adozione di provvedimenti immediati in presenza di segnalazione di violenze o abusi; questo e, più in generale l’esigenza, imposta dalla Riforma e dalla crescente e dovuta attenzione alla crisi familiare, ci ha indotti sin da subito, quale misura organizzativa a seguito della Riforma, a costituire un collegio specializzato in materia famiglia.

Naturalmente, e qui torniamo al problema di fondo di un Tribunale che con pochi giudici deve far fronte quotidianamente ad enormi flussi di contenzioso di vario genere, i giudici specializzati nel settore famiglia saranno solo in parte sgravati dal contenzioso ordinario.

Ciò è a dire che la specializzazione nelle varie materie qui a Tivoli, con i numeri a disposizione ed in assenza di un presidente di sezione civile, può essere solo tendenziale.

A Tivoli la Riforma quali ostacoli incontrerà nella sua applicazione? Il Tribunale di Tivoli è dotato delle infrastrutture telematiche richieste dalla Cartabia per il Processo Civile?

Gli unici ostacoli oggettivi che la Riforma incontrerà sono dati, come ho già evidenziato, dallo storico sotto dimensionamento delle piante organiche, solo in parte mitigato dal recente lieve aumento del numero dei magistrati, ed inoltre dalla mancanza di un presidente di sezione civile.

Quanto alle infrastrutture telematiche, posso dire che nel settore civile l’utilizzo del processo telematico da parte dei giudici e del personale di cancelleria è ormai integralmente recepito ed imprescindibile (l’emissione del primo decreto ingiuntivo telematico qui nel Tribunale risale al 2013, ed ha compiuto quindi dieci anni). Tuttavia, a tale implementazione non ha corrisposto un pari incremento delle strutture e dell’assistenza, che è stata via via pressoché integralmente esternalizzata, con gravi disagi per la risoluzione di problematiche tecniche.

Faccio un esempio: se adesso la mattina dell’udienza c’è un guasto alla Consolle del magistrato (l’applicativo ministeriale che gli permette di gestire il processo civile telematico), da un lato diviene impossibile supplire con verbali e fascicoli cartacei, posto che tutti gli atti sono (e debbono necessariamente avere) di natura digitale, e dall’altro, in presenza di assistenza esterna, diventa necessaria l’apertura di un ticket (richiesta formale di assistenza) con tempi non sempre compatibili con le esigenze di celere trattazione del processo.

Le risorse umane di assistenza tecnica presenti sul posto, pur preziosissime, sono numericamente inadeguate a far fronte alle esigenze di Tribunale e Procura.

Ci si impone oggi di affidarci all’assistenza esterna, ma nello stesso tempo non si garantisce ancora la necessaria prontezza di intervento.

E’ realistico un cambiamento delle regole in un Tribunale con cronica carenza di organico come quello di Tivoli? C’è un rischio che la Riforma mandi ancor più in sofferenza gli uffici giudiziari?

Le criticità le ho evidenziate.

Voglio però aggiungere che lo spirito con il quale personalmente e con i magistrati di Tivoli affrontiamo ogni riforma è sempre propositivo.

Anche in questo caso, attraverso lo studio e nuove soluzioni organizzative, che ci consentono di utilizzare al meglio le risorse invariate, stiamo cercando di fronteggiare le criticità e le difficoltà attuative, inevitabili nelle fasi di forti cambiamenti.

Da tempo gli avvocati lamentano una situazione di caos al Giudice di Pace di Tivoli, tra l’altro sprovvisto della piattaforma richiesta per l’iscrizione a ruolo del Processo Civile telematico.

Con la Cartabia cambia qualcosa negli uffici giudiziari di viale Trieste?

L’Ufficio del Giudice di Pace di Tivoli è drammaticamente sottodimensionato.

Da questo dato oggettivo e inconfutabile derivano tutti i problemi organizzativi che affliggono i suoi dipendenti e gli utenti. Non vi sono soluzioni che possano portare al superamento delle attuali problematiche senza un aumento degli organici e una nuova Sede.

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Le innovazioni della Riforma non potranno nell’immediato avere utili ricadute senza provvidenze materiali che io non ho il potere di concedere. A risorse invariate, ho un contatto costante col Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (C.O.A.) di Tivoli per ricercare insieme le soluzioni migliori, atte a scongiurare i disservizi più gravi.

Secondo gli esperti, la Riforma Cartabia riuscirà soltanto sotto il profilo della digitalizzazione e delle forze umane destinate all’Ufficio del Processo.

Viceversa non riuscirà nell’obiettivo di velocizzare realmente i tempi del processo, in particolare del processo penale la semplificazione del rito del quale è sempre difficile per contrapposte spinte all’interno della politica e della stessa Avvocatura.

Lei che ne pensa?

Nel settore penale i nuovi istituti deflattivi previsti dalla Riforma e le misure di digitalizzazione del processo potrebbero avere l’effetto positivo di alleggerire il carico dei ruoli, permettendo di evitare di arrivare necessariamente alla fase dibattimentale, specie nei procedimenti monocratici.

Dovrà poi essere verificata sul campo (anche qui nel tempo e con una campionatura statisticamente significativa) l’effettiva utilità come filtro della nuova udienza pre-dibattimentale, che potrebbe viceversa anche divenire solo un ulteriore passaggio destinato ad allungare i tempi del processo. In ogni caso, va ribadito che per intervenire efficacemente sui tempi dei procedimenti penali trattati dal Tribunale di Tivoli sarebbe indispensabile aumentare immediatamente le risorse personali e materiali, a partire dalla riformulazione delle piante organiche del Personale amministrativo e di magistratura.

Lo squilibrio attuale tra la domanda di Giustizia del Circondario e la dotazione organica del Tribunale non può essere infatti diversamente affrontato e risolto e, significativamente, i dati statistici attuali dimostrano che nonostante l’elevata produttività vi è un fortissimo aumento delle pendenze, soprattutto per i procedimenti di competenza dei tre Collegi (aumento che porta già oggi a fissare i processi a marzo 2025).

Proprio con riguardo ai procedimenti di competenza del Collegio, non posso infine esimermi dal sottolineare la straordinaria e meritoria azione della locale Procura della Repubblica nel contrasto della violenza di genere, attraverso la messa a punto di metodi di indagine, prassi virtuose e protocolli che possono considerarsi un punto di riferimento per tutto il Paese; tuttavia, devo amaramente considerare che senza le necessarie risorse affinché il Tribunale possa poi celermente celebrare i relativi procedimenti, ad essenziale garanzia di tutte le parti, questa attività è destinata a tradursi nel risultato paradossale di dilatare ancora i tempi di celebrazione di tutti i processi, denegando una celere risposta ai cittadini.

La Riforma si pone come obiettivo la celerità. In che modo celerità e qualità riusciranno ad andare d’accordo al Tribunale di Tivoli?

L’obiettivo di accelerazione impresso dalla riforma non deve e non può far perdere di vista la finalità del processo, che è quella di dare al cittadino una risposta sì rapida ma, soprattutto, giusta.

Inoltre, gli strumenti processuali introdotti, volti allo snellimento e alla velocizzazione del processo, non eliminano il “collo di bottiglia” delle decisioni, ossia non incidono sul numero delle sentenze e in generale delle decisioni che, mantenendo uno standard qualitativo adeguato, il Giudice è in grado di elaborare e soprattutto di ben di motivare (come la Costituzione ci impone).

Sono certo che la maggior specializzazione tendenzialmente perseguita e la disponibilità di strumenti processuali tali da mettere il magistrato nelle condizioni di meglio governare i tempi del processo, se coniugati con una attenta gestione ed organizzazione del ruolo, consentiranno al giudice di tenere una guida ancora più attenta e precisa, al servizio di una decisione quanto più possibile giusta e motivata.

Tuttavia, come più volte ho prima ricordato, solo un significativo aumento delle risorse permetterà al Tribunale di migliorare decisamente gli attuali livelli di rendimento e garantire così una risposta davvero celere alla domanda di Giustizia del Circondario.

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