Insulti e aggressioni, verbali e non.
Minacce per farsi consegnare i soldi. Un clima di dolore e paura tra le mura domestiche per un’anziana soggiogata dai due figli.
Per questo ieri, lunedì 3 aprile, il Tribunale di Tivoli ha condannato i due uomini di 53 e 54 anni ad una pena di un anno e 4 mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia.
Il collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Camilla Amedoro e Giovanni Petroni – ha riconosciuto ad entrambi le attenuanti generiche dichiarando prescritto il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone nel quale è stato riqualificato quello di estorsione contestato dalla Procura di Tivoli.
Secondo la ricostruzione dei magistrati, i fatti sono avvenuti fino all’ottobre del 2013 all’interno di un appartamento di Villa Adriana, quartiere alla periferia di Tivoli, dove i due 50enni all’epoca vivevano insieme alla mamma, oggi 76enne.
Dopo la denuncia della donna, la Procura contestò ai figli i reati di maltrattamento ed estorsione per aver vessato fisicamente e psicologicamente la mamma, costringendola addirittura a stare chiusa in casa per gran parte della giornata, e arrivando a minacciarla per costringerla a consegnar loro del denaro.
Ieri in aula la Procura di Tivoli aveva richiesto una condanna a 5 anni e sei mesi di reclusione per entrambe i fratelli.
I giudici hanno riconosciuto la responsabilità per i maltrattamenti, ma dall’esito del processo si sono convinti che non abbiano estorto il denaro alla mamma, semmai esercitato arbitrariamente le proprie ragioni con violenza sull’anziana.
Un reato – quello dell’esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone – oramai estinto per prescrizione.