Assalto alla Cgil, condannati tutti i neofascisti: saluti romani in aula

Caos in Tribunale. Le pene più severe per i leader di Forza Nuova Fiore e Castellino

Quando i giudici hanno letto il dispositivo, è iniziato il parapiglia in aula: saluti romani, slogan e applausi di scherno contro i magistrati.

Urla belligeranti come “Gente come noi non molla mai” e “Ora famo la guera”.

E’ la scena avvenuta oggi, mercoledì 20 dicembre, al Tribunale di Roma al termine del processo di primo grado nei confronti di sette imputati per l’assalto alla sede della Cgil, avvenuto il 9 ottobre del 2021, accusati a vario titolo di istigazione a delinquere, devastazione e resistenza pluriaggravata.

Il Collegio della prima sezione penale ha sostanzialmente recepito l’impianto accusatorio della Procura e ha inflitto 8 anni e 7 mesi di carcere a Giuliano Castellino, leader romano del movimento di estrema destra Forza Nuova.

Al fondatore di Forza Nuova, Roberto Fiore, 8 anni e 6 mesi, stessa pena per il militante Luigi Aronica.

Otto anni e due mesi per gli altri imputati Luca Castellini, Salvatore Lubrano, Lorenzo Franceschi e Pamela Testa.

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Per l’assalto alla Cgil a luglio scorso la Corte d’Appello di Roma ha confermato undici condanne per altrettanti imputati processati col rito abbreviato, confermando sostanzialmente le pene inflitte dal Giudice per l’udienza preliminare in primo grado.

Sei anni di carcere per Fabio Corradetti, figlio della compagna di Giuliano Castellino, e per Massimiliano Ursino, leader palermitano di Forza Nuova, mentre 5 anni e 4 mesi sono stati inflitti a Claudio Toia, ultrà juventino del gruppo “Antichi valori”.

Secondo la ricostruzione della Procura, l’assalto alla Cgil maturò a margine di una manifestazione indetta a piazza del Popolo per protestare contro le misure anti Covid disposte dal Governo Draghi.

Proprio dal palco di piazza del Popolo partì una sorta di chiamata alle armi da parte di Giuliano Castellino e un corteo spontaneo partì per raggiungere la Cgil, fare irruzione e devastare la sede del sindacato.

Di fatto, i neofascisti misero Roma a ferro e fuoco per molte ore, come ha ribadito il pubblico ministero Gianfederica Dito nella sua requisitoria: “Un’azione dissennata e spregiudicata compiuta da sconsiderati che hanno colpito un simbolo dei lavoratori e della democrazia: un giorno funesto per l’intera città”.

Il verdetto emesso oggi dal Tribunale di Roma è stato commentato dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “Una sentenza che conferma la matrice fascista dell’assalto – ha detto oggi Landini – Quell’azione non fu un semplice episodio di generica violenza di matrice fascista, bensì un vero e proprio assalto alla casa dei lavoratori e al sindacato che li rappresenta”.

“Che altro si aspetta per mettere fuori legge le organizzazioni neofasciste? – ha commentato l’Anpi all’agenzia Ansa – Stupisce che i capi d’imputazione siano solo devastazione aggravata in concorso e istigazione a delinquere. Non è stato neppure considerato il reato di ricostituzione del disciolto partito fascista”.

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