TIVOLI – Bimbo di 15 mesi ucciso dai pitbull, parola all’educatore cinofilo

Antonello Livi: “Patentino per i proprietari di tutte le razze di cani”

“Ogni volta che sento di incidenti come questo, sono profondamente sconvolto”.

Così Antonello Livi di Tivoli commenta la tragedia di Campolongo in provincia di Salerno, dove stamane, lunedì 22 aprile, un bambino di 15 mesi è stato azzannato da due pitbull ed è morto per le ferite riportate (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Antonello Livi, 43 anni di Tivoli, educatore cinofilo Opes e responsabile delle Guardie Zoofile Kronos

Antonello Livi, 43 anni, è un educatore cinofilo Opes e responsabile delle Guardie Zoofile della “Kronos Valle dell’Aniene”, l’Associazione impegnata nell’hinterland nel controllo sugli animali d’animali d’affezione.

1 – Due pitbull sbranano un bimbo di 15 mesi a Eboli: come se lo spiega?

“Questi incidenti rappresentano tragedie evitabili che comportano immense sofferenze sia per la vittima che per il cane coinvolto. Da educatore cinofilo cerco di evitare di avere pareri su queste spiacevoli vicende perché per farlo dovrei conoscere il contesto, conoscere i cani, e conoscere le persone e le modalità con le quali hanno gestito i due cani.

A volte potrebbe accadere che i cani siano sovrastimolati dal pianto del bambino, dalle urla, dallo stesso odore del bambino. Se fin da cucciolo, il cane non è abituato a quel contesto si potrebbe scatenare in lui il naturale istinto predatorio di catturare la preda ed ucciderla”.

Un’altra immagine di Antonello Livi insieme ad un rottweiler, un cane considerato pericoloso

È consigliabile per una famiglia con un bambino avere un cane come un pitbull? E perché?

“La scelta di avere un cane come un pitbull dipende da molti fattori. Anche se alcuni pitbull possono essere dolci e amorevoli, sono anche noti per la loro spiccata aggressività intraspecifica, forza e livello predatorio.

Sono cani molto potenti e richiedono una gestione responsabile e un addestramento adeguato, questo non vuol dire che cambi, ma che si possa indirizzare quella “dote” verso un altro sfogo.

Per una famiglia con un bambino, soprattutto se il bambino è piccolo, potrebbe essere più sicuro optare per una razza conosciuta per la sua tranquillità e affidabilità nei confronti dei bambini”.

Il Codacons sostiene che non tutte le razze sono adatte a chiunque, sottolinea che ci sono 70 mila aggressioni l’anno e chiede l’introduzione del patentino per i pitbull.

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Quale è la sua opinione?

“Concordo sul fatto che non tutte le razze siano adatte a tutti. La proposta di introdurre un patentino per i pitbull potrebbe essere una misura positiva per garantire che i proprietari comprendano appieno le esigenze e i comportamenti specifici di questa razza.

Tuttavia, è importante sottolineare che il problema non è soltanto il tipo di cane, ma anche la capacità del proprietario di gestire il cane in modo responsabile.

Soprattutto non proporrei il patentino esclusivamente alle sole razze aggressive, ma a tutte le razze, così che tutti i proprietari possano comprendere i propri cani”.

C’è bisogno di nuove regole in materia?

“Sì, potrebbero essere necessarie nuove regole e normative per garantire la sicurezza pubblica e il benessere degli animali.

Queste regole dovrebbero essere mirate non solo a specifiche razze di cani, ma anche a promuovere la responsabilità del proprietario, l’addestramento adeguato e la socializzazione dei cani”.

Cosa si può fare per evitare tragedie simili?

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“Per evitare tragedie simili, l’educazione è fondamentale.

I proprietari devono essere istruiti sui bisogni dei cani, sull’importanza della lettura dei contesti in cui si trovano con lui, sull’educazione, l’addestramento e sulla necessità di supervisione costante, specialmente quando il cane è in presenza di bambini.

Inoltre, è importante conoscere e saper leggere i segnali nel cane e intervenire tempestivamente per prevenire situazioni potenzialmente pericolose”.

Avere il cane in Italia sembra diventata una moda. E’ una percezione giusta o sbagliata?

E perché?

“La percezione che avere un cane sia diventato una moda in Italia è in parte corretta. Negli ultimi anni c’è stato un aumento significativo del numero di cani nelle famiglie italiane, spesso guidato da motivi di compagnia, status sociale o tendenza.

Tuttavia, questa moda spesso porta a un’adozione impulsiva senza una piena comprensione delle esigenze del cane e delle responsabilità coinvolte”.

I cosiddetti “cani pericolosi” sono detenuti soprattutto da persone aggressive. Cosa c’è di vero in questo luogo comune diffuso sui Social Network?

“Il concetto che i “cani pericolosi” siano detenuti principalmente da persone aggressive è un luogo comune che non riflette pienamente la realtà. Anche se alcune persone scelgono razze più aggressive per scopi sbagliati, la maggior parte dei proprietari di cani, indipendentemente dalla razza, sono responsabili e amanti degli animali.

Il problema sta più nella mancanza di educazione e nell’inadeguata gestione dei cani da parte dei proprietari che nella natura intrinsecamente aggressiva della razza”.

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