VIDEO – Blitz della polizia a Salone, un campo rom che costa tre milioni l’anno

Viaggio all’interno del campo

salone1Non ha fatto nemmeno in tempo a sedersi dietro la scrivania come nuovo assessore ai Servizi sociali di Roma campitale che, Francesca Danese ha già lanciato la sua prima intenzione: “Abolizione dei campi nomadi, gli daremo una casa”, sulla scia delle ultime dichiarazioni del sindaco, Ignazio Marino.

Un tema più che mai “caldo”. Un sistema divenuto incontrollabile e assecondato dalle amministrazioni degli ultimi vent’anni. Terra di nessuno dove gli abitanti vivono in condizioni al limite della decenza, con i bambini che giocano scalzi tra topi e immondizia.

Con la delinquenza dilagante di chi, quando non è un malvivente, si giustifica dicendo “senza lavoro come andiamo avanti?”. E non a caso all’interno dell’insediamento ci sono 50 persone poste agli arresti domiciliari. Tutte per reati quali furto, ricettazione e rapina: “Tutto questo rappresenta senza dubbio un fallimento da parte delle amministrazioni degli ultimi 20 anni – dice un carabiniere della caserma di Settecamini mentre effettua il consueto giro -. Molti di questi che veniamo a controllare, li abbiamo visti crescere, e questo la dice davvero lunga”. 

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Il presidio fisso

Dopo tre anni, torna il presidio fisso da parte dei vigili urbani. Quattro agenti della Polizia municipale e due vetture. Dopo le innumerevoli richieste dei residenti di Ponte di Nona, per contrastare il fenomeno dei roghi tossici, la promessa sembra sia stata mantenuta. Peccato però, che sia stata messa in campo solo dopo l’esplosione di “Mondo di mezzo”, l’inchiesta che ha messo in luce il sistema politico-mafioso che gira intorno alla gestione, tra gli altri, dei centri d’accoglienza e dei campi rom. Tre turni da sette ore ciascuno, in grado di coprire quasi l’intero arco di una giornata, per un totale di dodici agenti e sei vetture al giorno.   

 

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L’accesso deve restare aperto

campo Salone3Tra le “promesse” fatte da Rossella Matarazzo, delegata alla Sicurezza del Comune di Roma, e Antonio di Maggio, comandante del gruppo Spe dei Vigili urbani di Roma Capitale, c’era quella di chiudere l’ingresso al campo nomadi con delle lastre di cemento, per provare a scongiurare il transito dei rifiuti che poi vengono date alle fiamme. In realtà questa risulta essere un misura impraticabile, perché al confine con l’insediamento sorge il deposito mezzi della ditta Colantoni Autotrasporti Srl dove, negli ultimi anni tra l’altro, lavorare è diventata un’impresa ardua. Ma l’incolumità dei dipendenti è maggiormente minacciata dai famosi roghi tossici: “Appiccano gli incendi qui, al confine con il nostro deposito – raccontano -. dove ci sono anche dei depositi di metano, quindi ancora più pericolosi”

 

 

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