Il “death metal” eretino sbarca nella terra dei ghiacci

Il “Descent Russian Tour” è passato per Elektrostal, Mosca, Smolensk, Tver, S. Pietroburgo e Veliki-Novgorod, portando David Folchitto (Batteria), Francesco Paolo Amoroso (Basso), Alessandro Iacobellis (Voce), Luca Ficorella e Simone Ornati (Chitarra), a farsi conoscere in un paese lontano dove c’è maggiore curiosità rispetto all’Italia per i volti nuovi e per la musica suonata dal vivo.
“Comporre l’album ci ha fatto sputare sangue, portandoci spesso a fare le cinque del mattino per registrarlo. E’ stato giusto volerlo promuovere come si deve”, racconta Luca Ficorella, spiegando che: “Abbiamo fatto conoscere il disco prima qui, ricevendo poi proposte per suonarlo live in paesi stranieri. Siamo tutti lavoratori, se fossimo musicisti di professione avremmo potuto pure fare più Tour, quindi abbiamo scelto la proposta più fattibile: la Russia”.
L’accoglienza da parte del pubblico russo si è dimostrata calorosa, tanto da spiazzare i membri stessi della band, impreparati di fronte a certe reazioni. A parlarne è un divertito Simone Ornati: “Il riscontro con il pubblico è stato ottimo. La cosa bella è che fondamentalmente non ci conoscevano, eppure ogni sera dimostravano che ci aspettavano. Ci fermavano per chiacchierare, abbiamo firmato autografi, qualcuno si è pure commosso. Anche se non siamo riusciti a fare pienoni di pubblico, siamo stati pienamente ripagati dal calore umano”.
L’esperienza della trasferta ha messo in luce anche differenze profonde con la nostra cultura della musica a livello territoriale. Monterotondo e dintorni è un luogo in cui i musicisti e i talenti abbondano, ma in cui manca l’occasione di esibirsi e di farsi conoscere. Ed è un problema che solitamente passa inosservato per chi non suona o non ama i concerti. Ornati e Ficorella sono concordi in un’analisi unanime del problema. “Per suonare in un locale adeguato, qui da noi, bisogna arrivare a Tivoli, per non parlare del fatto che ci sono molti musicisti e scuole di musica ma pochissime sale prova professionali. Un controsenso. In Svezia per esempio, dove a coltivare i talenti ci tengono, alcune istituzioni finanziano scuole e luoghi per suonare. Inoltre da noi manca la cultura del voler conoscere, manca la curiosità. Uscendo dall’ottica Metal ci sono gruppi e talenti che fanno cose nuove, cose carine, eppure quello che fa tendenza nei locali sono le cover dei soliti artisti che vanno da decenni. Da noi è difficile farsi conoscere. Per tutti i giovani artisti speriamo in un cambio di tendenza.

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di Eugenio Nuzzo

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