Tivoli – “Poteva essere ricollocato”, ordine di reintegro per il dipendente dell’Asa

Venerdì 15 aprile, a distanza di circa un anno e mezzo dalla lettera di licenziamento firmata dall’amministratore unico della municipalizzata, Francesco Girardi, arriva l’ordinanza del giudice Roberta Marisciotti che condanna Asa a risarcire Cesaretti di dodici mensilità, per un totale di quasi 20 mila euro, più le spese legali quantificate in circa sei mila euro, e ne ordine il reintegro.

 

LEGGI ANCHE Tivoli – Asa, sale a due il numero dei licenziati. Questa volta tocca ad un infartuato

 

Finisce così il contenzioso tra Asa e il lavoratore, seguito nella vertenza dalla Fp Cigl Rieti Roma Est. Il Tribunale di Tivoli, con ordinanza numero 6479/2016, annulla il licenziamento, impone l’indennità risarcita per il periodo in cui il lavoratore è rimasto senza impiego, e ne ordina il reintegro.
“La domanda adesso è questa – dice Massimiliano Zarrella, coordinatore Fp Cgil Rieti Roma Est – l’amministratore unico poteva evitare il licenziamento ed il relativo danno economico a cui la società Asa Spa è stata condannata? La risposta è arrivata ed è si. Noi ci siamo accorti subito dell’abuso subito dal lavoratore, e dopo il lungo contenzioso abbiamo vinto. Cesaretti verrà risarcito per quanto subito e potrà tornare al suo posto di lavoro”.
Ma la storia di Cesaretti racconta di un padre di famiglia monoreddito, che negli ultimi anni è stato raggiunto da due crisi cardiache e due interventi. Condizione medica che lo porta ad avere un riconoscimento di inidoneità parziale al lavoro: divieto di movimentazione di carichi superiori ai 5 chilogrammi, esposizione a basse ed alte temperature.

LEGGI ANCHE  MENTANA - Pusher fugge all'alt e si schianta in scooter contro un'auto, arrestato

Poteva essere ricollocato? Tra i vari testimoni intervenuti durante il contenzioso, sono emerse posizioni lavorative scoperte, e nuove, che Cesaretti per il Tribunale avrebbe potuto ricoprire.
E qui, le motivazioni dell’ordinanza: “Alla luce di quanto previsto dalla Asl – si legge nel documento firmato dal giudice Mariscotti – e alla luce delle dichiarazioni offerte dai testimoni deve ritenersi che il datore di lavoro non abbia adempiuto all’onere della prova posta a suo carico. Ciò con la possibilità di inserire il ricorrente (Cesaretti, ndr) presso l’isola ecologica dove era prevista una copertura”. Oltre a questo, il giudice fa riferimento alla posizione di centralista che in azienda si sarebbe liberata, una su due, per il pensionamento di un dipendente proprio nell’ottobre 2014. “Anche con riferimento a tale mansione – si legge – poteva essere vagliata la ricollocazione del ricorrente (Cesaretti, ndr) non trattandosi neppure di doverlo adibire a mansioni inferiori senza preventivo assenso”.
25 mila euro che, visto i i conti in rosso dell’azienda, Asa poteva evitare di spendere. Oltre al fatto di aver provveduto, secondo il giudice, ad un “licenziamento illegittimo”.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - Lavori alla rete idrica, un giorno senz'acqua

 

Ve. Al.

 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.