Marcello Cipressini: Corse estreme tra gioie e fatica, così ritovo il mio equilibrio

Sportivo con un passato agonistico e competitivo, oggi ha ritrovato la passione per lo sport nelle corse – in alcuni casi molto estreme, al limite del disumano – in montagna. Sono le Ultra Trail e sono, appunto, quelle competizione in montagna caratterizzate da oltre 50 km di lunghezza e dai mille metri di dislivello complessivo, sommando le salite. Ma 50 km, per gente allenata come questi atleti che si impegnano nelle Ultra Trail, rappresentano al massimo una “colazione” leggera. Perché ci sono competizioni lunghe più di 300 km, con dislivelli mostruosi di decine di chilometri e che per completarle si corre – e in alcuni casi si cammina – per una settimana di fila, giorno e notte. Sembra impossibile, sembra una storia inventata, ma non lo è. La sua idea è, nella corsa come nella vita, “Attaccare sempre”. Le salite ripide, così come le difficoltà quotidiane. 13434844 1220459927978712 3466264870221599363 nCipressini è il marito di Alessia Pieretti, che oggi fa l’assessore allo Sport a Monterotondo ma è anche lei una sportiva, pentatleta e campionessa mondiale della disciplina.

Si sono conosciuti durante una gara nel 1996. Poi si sono sposati nel 2012 e lo scorso anno è nato Pietro. Sarà anche lui uno sportivo? “Lui non cammina, corre direttamente intorno al tavolo”, dice Marcello.

Per vivere si occupa di installare scatole nere per conto delle assicurazioni sui mezzi privati, quelle che tracciano il comportamento di guida di ognuno di noi. Così l’assicurazione sa come guidi e, in caso di incidente, quello che è successo. In cambio, se ti comporti bene, paghi di meno. Dall’uscio dell’officina di Monte Sacro tutti lo salutano e lui saluta tutti, ma mentre i clienti entrano ed escono lasciando macchine e scooter, si vede che lui negli occhi ha la montagna e con la testa è da montagna e con la testa è da un’altra parte.

 

Cipressini, la vita, il la-voro, la famiglia e un figlio piccolo. Come coniuga tutto questo con gli allenamenti?

LEGGI ANCHE  MENTANA - “Salvate Vigna Santucci”, appello dei grillini al Ministro e al Capo dello Stato

All’ora di pranzo chiudo l’officina e vado a Villa Ada con la bici o a piedi. Poi tre ore di allenamento e si torna in officina. Durante il fine settimana ancora allenamento, anche notturno, nella zona di Gattaceca e la via Francigena per prepararmi alle gare. Pietro, che come tutti i bambini, ha i suoi ritmi sonno-ve-glia e non si preoccupa molto degli allenamenti del papà. Il mestiere del genitore è difficile e bellissimo. Il nucleo familiare per me è una ricchezza. Alessia supporta me, io supporto lei e Pietro ci spinge entrambi”.

 

940942 10153550932362982 8561309348687564186 nOra su quale corsa sta lavorando?

Sto preparando quella a Celano: 64 km e 3mila metri di dislivello. Per i comuni mortali può sembrare una follia fare tutti questi chilometri in montagna.

In realtà è una passione che unisce molte persone. Il Tmb, il giro del Monte Bianco per esempio, raccoglie 7mila partecipanti, ma quelli che chiedono di partecipare sono il doppio. Io l’ho fatto, ma per due volte mi hanno rifiutato la domanda nonostante avessi il massimo del punteggio che prevede gare precedenti e condizioni fisiche ottimali. La gara è tanto bella quanto dura: 170 km a 2700 metri di altezza con un dislivello di 10 km. E’ difficile da credere, ma la maggior parte sono Giapponesi. Per loro è un rituale.

Poi c’è il Tor Des Geants: 330 km, 22 km di dislivelli, 700 partecipanti. Si corre o cammina in un massimo di 150 ore: in pratica 6 giorni. C’è chi non dorme. C’è chi vedi che si addormenta a bordo del sentiero, c’è chi si fa microsonni da 10 minuti e poi riparte. In queste gare ci sono dei “cancelli” in cui devi necessariamente passare. Ci sono medici e personale, oltre il ristoro.

 

Cosa serve per affrontaontare esperienze sportive così dure?

LEGGI ANCHE  FONTE NUOVA - Città più sicura, assegnati i lavori per la caserma dei carabinieri

Serve un mix fatto di quattro fattori, principalmente: preparazione fisica,cominciato a vedere tutti co- tecnica, tattica e mentale. Puoi essere anche al massimo in tutti questi fattori, ma magari la testa ad un certo punto crolla, magari proprio a pochi chilometri dalla fine A me è capitata un’altra cosa. Mi trovavo sopra la splendida montagna di Pantelleria. Ero primo, con tre minuti di vantaggio sugli altri, stavo per arrivare al traguardo. Ad un certo punto ho sentito una brutta sensazione, una specie di botta di calore strana. Poi ho lori improbabili. Mi sono fermato ad un punto di ristoro. Dopo un quarto d’ora mi ero ritirato. Su come sono salito in ambulanza e quando mi hanno trasportato a valle non mi ricordavo niente. Il medico mi tranquillizzò: era stata un’insolazione.

 

Una domanda semplice che in questi casi si fa. Perchè si va incontro a tutto ciò al sacrificio al dolore?

Mi sento libero, amo quella sensazione di viaggio in libertà. E’ un arco di tempo in cui sono in solitudine, in cui riesco a mettere in ordine i pensieri scombinati dalla vi ta di tutti i giorni. Sei solo e fuori dal tempo, ma non hai paura né di stare solo di notte in montagna né dei tuoi stessi pensieri. E’ un viaggio stessi pensieri. E’ un viaggio.

co mi tranquillizzò: era stata

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.