Concistoro ai tempi del Covid

Non più di cento persone ad assistere. Fedeli e preti, ciascuno distanziato con mascherina. IL tutto per avere tredici nuovi cardinali

È il settimo Concistoro del Pontificato di Papa Francesco. Sabato 28 novembre, la vigilia della prima domenica d’Avvento, inizio del nuovo anno liturgico, alle ore 16, nell’altare della Cattedra della basilica di San Pietro, Bergoglio ha presieduto il Concistoro ordinario. Ci sono ora nove porporati elettori e quattro ultraottantenni. I nove che hanno meno di ottant’anni avranno diritto a partecipare al futuro conclave.
Sia il Concistoro che la Messa del giorno dopo sono celebrati togliendo dalla liturgia l’abbraccio di pace.
Così sono 229 i cardinali. Ma solo in 128 potranno eleggere il nuovo papa. Bisogna quindi ricordare che Paolo VI aveva stabilito il tetto massimo in 120. Ma non è la prima volta che si trasgredisce questa sacra indicazione di Montini.

I vaticanisti fanno però notare che torneranno ad essere meno della fatidica soglia di 120 nell’aprile 2022 quando in diciassette supereranno gli ottanta anni di età. 
Si deve rilevare che nel rapporto di forza così delineato, quelli nominati da Bergoglio sono 73. Quelli nominati da Benedetto sono 39. Sedici, i nominati da Wojtyła. Nel rapporto di forza geografico, 53 sono europei. Ventidue, gli italiani. Ventiquattro i latinoamericani, diciotto gli africani, sedici gli asiatici, tredici i nordamericani, quattro dall’Oceania. E rappresentano lo zoccolo duro per frenare spinte egemoniche tendenti a una funzione guida più che al ruolo degli uomini di Chiesa come “pastori con l’odore di pecora”, come Bergoglio aveva precedentemente detto. Fanno impressione, infatti, i due ‘romani dé roma’ nominati per rafforzare una spinta egemone tutta latina. Diversamente da come aveva detto, però, si vede che Papa Francesco tiene molto a costruire la sua maggioranza anche nel futuro della Chiesa.

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