IL Natale e la politica

La politica non è tutto. Ma è anche vero che tutto, nel senso di ogni cosa, può diventare politico. E tra queste non poteva mancare il Natale. Come il Natale le feste comandate che sono diventate oggetto di contumelia politica: il Ferragosto in Sardegna troppo disinvolto e riccastro – polemica dalla quale emerge un filo di invidia di classe. Ed ora c’è il Natale per cui abbiamo chiuso parzialmente le nostre attività, ci siamo fortemente vincolati nell’ordinaria vita con l’obiettivo di passarlo serenamente e con le curve in regresso. Ora che le curve regrediscono il problema è che possono rialzarsi e allora di nuovo autolimitazioni. Qui non si intende criticare alcunché. Si vuole evidenziare come la politica che governa le nostre ordinarie vite non riesca a porsi sull’attuale ma sempre in prospettiva. Pregiudichiamo la nostra vita, oggi, per non rovinarci il futuro. La prospettiva vale più dell’attuale. Deriva forse da una formazione cattolica? Ma dentro c’è anche tutta una generazione che è stata educata nel marxismo. La felicità non è mai qui, ora, adesso, bensì nella prospettiva dell’altrove che non è mai ora ma nel sarà. La consolazione è che potrebbe andar peggio. C’è chi si conforta nell’esser stato, in quel che era e non è più. Non convince quindi la polemica di Donatella Di Cesare sul quotidiano La Stampa uscito ieri. IL governo, la politica tutta, non ha un comportamento paternalista al cospetto del quale la società avrebbe un atteggiamento da figli immaturi. Questo perché nella politica ci sono tutti: governanti e governati. E tutti ugualmente avvinti dalla logica che domani dovrà essere meglio di ora. Ma il dover essere non è l’essere. IL “dovrà” non è, non esiste. Quindi andiamo a compromettere l’unico bene certo – la vita adesso, in questo momento, in questa stessa percezione – per la prospettiva di viverla domani. Un’ideologia performante quella del “domani” da diventare la testata di un nuovo quotidiano. Ed a questo deve pensare la politica: predisporre oggi perché si viva meglio domani. Giusto. Ma il fare dell’oggi è totalmente rimosso. Esiste solo in prospettiva del sarà. E così in ogni giorno. IL Natale, come ogni festa, rappresentano un sortilegio in tal senso. Ci costringono a voler essere felici in quel giorno. A non preparare il domani. Ed è per questo che non piacciono all’ideologia della politica.
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