Green pass, obbligo esteso a 23 milioni di lavoratori

Parola d'ordine: "Continuare ad aprire il Paese"

Sanzioni pesanti ma no ai licenziamenti

Via libera unanime all’estensione dell’obbligo del Green pass in tutti i luoghi di lavoro, sia nel pubblico sia nel privato. Un decreto, quello approvato in Consiglio dei Ministri, necessario per “continuare ad aprire il Paese”, ha detto Mario Draghi.

L’obiettivo è dare alla campagna vaccinale la spinta per raggiungere entro la metà di ottobre l’80% della popolazione. Ai lavoratori, ma anche ai sindaci, ai governatori, ai vertici istituzionali, viene dato un mese per adeguarsi con la prima dose di vaccino.

Senza la certificazione verde dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre, non si potrà entrare in nessun posto di lavoro. Dal quinto giorno di assenza ingiustificata si prevedono sanzioni, dalla sospensione allo stop dello stipendio, ma è escluso il licenziamento.

Per chi sfugge ai controlli, sono state introdotte multe fino a 1500 euro. Le verifiche spetteranno al datore di lavoro.

Le farmacie dovranno applicare prezzi calmierati per i tamponi, (8 euro per i minori e 15 euro per tutti gli altri), gratuiti per chi non potrà vaccinarsi per motivi di salute. A questo proposito, l’esito dei molecolari varrà 72 ore mentre quello degli antigenici continuerà ad essere di 48 ore.

L’obbligo del Green pass è allargato anche agli autonomi, al mondo del volontariato, colf e badanti, alle cariche elettive degli enti territoriali con la raccomandazione agli organi istituzionali, come le Camere, ad adeguare il proprio ordinamento nel pieno rispetto della loro autonomia.

Anche i magistrati potranno accedere in tribunale soltanto con la certificazione, l’ingresso senza il pass è considerato “illecito disciplinare” ed è sanzionato in base alla normativa di riferimento.

La norma non riguarda invece avvocati, testimoni e parti nel processo.

 

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