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Olio a nord-est, meno olive ma con miglior resa

Quest’anno la raccolta sta iniziando a dare un prodotto ottimale, il prezzo rimarrà uguale al 2020 anche se tutto rincara

Una stagione estiva caldissima e la gelata di inizio aprile ha impattato negativamente sulla produzione di olive e quindi di olio, sia a livello nazionale sia a livello laziale (nella provincia di Viterbo si stima addirittura un meno 50% rispetto allo scorso anno), ma la provincia di Roma va in controtendenza: meno olive però resa migliore e qualità di grande livello. E i produttori hanno deciso di non alzare il prezzo, nonostante l’aumento delle materie prime che colpisce anche il settore (con vetro, carburane, persino le tradizionali lattine): così ad esempio un litro di extravergine Sabina dop dovrebbe attestarsi attorno ai 10 euro.

Intanto, chi lavora nell’olio cerca di guardare al futuro potenziando i propri siti web e pensando concretamente a un e-commerce proprietario, nonché partecipando a progetti con istituti di ricerca nazionali per ottimizzare la produzione. E poi, anche nel nostro territorio a nord-est c’è da “festeggiare” un nuovo nato, l’Igp Olio di Roma, che mette insieme le cultivar locali e ha un sentore di pomodoro, carciofo, mandorla, erbaceo (in proporzioni variabili), gusto amaro e piccante.

 

Servizio su Tiburno digitale e cartaceo dell’8 novembre

 

 

 

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