Occhio secco, i fattori scatenanti

Per gli oculisti l'occhio secco o dry-eye è una patologia multifattoriale: attenzione anche all'uso eccessivo di pc e smartphone

“Tra le cause più comuni dell’occhio secco (o ‘dry-eye’) ci sono l’invecchiamento e le variazioni ormonali. È per questo che le donne in gravidanza o in menopausa rappresentano il gruppo più numeroso tra i pazienti che soffrono di questa sindrome”. A farlo sapere il dottor Luigi Marino, referente di AIMO per la Regione Lombardia, in occasione di un incontro sul tema che si è svolto nell’ambito del 13esimo Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti, il primo organizzato congiuntamente con la Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (SISO).

L’evento, che si è aperto oggi nella Capitale, è in programma fino a sabato 12 novembre presso le aule del Centro Congressi Europa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Largo Francesco Vito, 1).

Tra gli altri fattori che contribuiscono all’evoluzione dell’occhio secco, intanto, ci sono anche fattori ambientali, patologie sistemiche e locali o farmaci.

Ma cosa si intende esattamente con il termine ‘dry-eye’?

Una serie di condizioni patologiche che causano la formazione di aree corneali o congiuntivali secche, asciutte (‘dry spots’), conseguenti ad una insufficiente lubrificazione della superficie oculare – ha spiegato Marino -. Spesso il ‘dry eye‘ viene confuso con una congiuntivite, è quindi molto importante che sia formulata una diagnosi corretta. E per una perfetta diagnosi ci vuole il medico oculista”.

L’età

Ma partendo dal fattore età, man mano che questa avanza, tutto l’organismo ha delle trasformazioni, così anche la composizione delle lacrime varia.Di fatto con l’invecchiamento si riduce il bisogno di bere – ha proseguito l’esperto – la pelle diventa rugosa e le palpebre lasse modificano la regolare forma ed architettura palpebrale.

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Inoltre, con il tempo – aggiunge l’esperto – le patologie palpebrali modificano i dotti e alterano la produzione ghiandolare di Meibomio. Si avranno così lacrime con un ridotto contenuto di lipidi, che porteranno ad una rapida e precoce evaporazione della parte acquosa del film lacrimale. Si crea, così, una condizione di squilibrio nelle lacrime e la sindrome da disfunzione del film lacrimale, appunto l’occhio secco”.

Le variazioni ormonali

Quanto alle variazioni ormonali, invece, alcuni ormoni stimolano la produzione di lacrime. “Per questo variazioni di livelli ormonali possono ridurre la normale produzione di lacrime. Stati fisiologici come la gravidanza e il ciclo mestruale – ha fatto sapere ancora Marino – influiscono sulla produzione di lacrime. Infatti, in menopausa, si hanno quadri clinici oculari davvero drammatici. È dunque abbastanza intuitivo capire perché l’occhio secco e tutte le patologie connesse siano “così comuni dopo i 50 anni, soprattutto se si è donna”.

Le lenti a contatto

Tra le cause dell’occhio secco, inoltre, c’è anche l’utilizzo di lenti a contatto, che si collocano sulla cornea e galleggiano sul film lacrimale assorbendo una grande quantità di film lacrimale.

L’uso (ma soprattutto l’abuso) di lenti a contatto concorre al provocare una sindrome da disfunzione del film lacrimale – ha aggiunto il dottor Marino – Questo succede specialmente quando non si impiegano lenti a contatto ‘usa e getta’ o giornaliere e per la corretta e necessaria igiene si impiegano soluzioni conservanti ricche di sostanze a lungo andare dannose”.

I farmaci “dannosi”

Farmaci sistemici che hanno come effetto collaterale un ‘occhio secco’ sono invece gli ansiolitici, i sedativi, gli antidepressivi, gli antistaminici, i decongestionanti nasali, i contraccettivi orali o i diuretici.

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L’uso prolungato di monitor o smartphone

Diversi studi internazionali, infine, confermano che l’uso prolungato di un monitor, ma anche di un semplice smartphone o tablet, provoca la manifestazione di disturbi oculari come bruciore, arrossamento, lacrimazione. Ma anche sensazione di secchezza oculare, fastidio alla luce, senso di affaticamento e annebbiamenti visivi transitori.

Le lacrime artificiali non bastano

L’occhio secco è una patologia multifattoriale complessa, perché può avere molte sfaccettature e spesso non è facile impostare la giusta terapia – ha detto la dottoressa Romina Fasciani, Dirigente medico presso il Policlinico ‘A. Gemelli’ UCSC di Roma -. Molti oculisti pensano che sia sufficiente gestire questa sindrome con le lacrime artificiali, il tema è in realtà molto più complesso”.

“L’obiettivo,  allora, è proprio quello di riuscire ad elaborare delle Linee guida sul ‘dry eye’, che abbia un consenso il più largo possibile e sia naturalmente aperto anche a tutta la popolazione oftalmologica italiana”.

Le due nuove tecnologie

Per il trattamento dell’occhio secco, intanto, sono a disposizione due nuove tecnologie. Ne ha parlato il dottor Carlo Orione, socio fondatore di AIMO.

La prima è il Jett plasma, una nuovissima tecnologia che con un elettrodo d’oro decheratinizza il bordo palpebrale riaprendo le ghiandole – ha detto- e con quello d’argento le svuota dal Meibum solido e ripolarizza le cellule ghiandolari riattivandole. La seconda tecnologia è la ‘Dry Eye Dual System’,  abbina la radiofrequenza alla luce pulsata.

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