GUIDONIA – Dante, Caravaggio e Pirandello: al “Volta” la Letteratura si studia al cinema

Il progetto “C’era una volta il cinema…” spiegato da docenti e alunni dell’Istituto Tecnico

Dalla Professoressa Nadia Parisi docente dell’Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Alessandro Volta” di Tivoli e Guidonia, riceviamo e pubblichiamo:

“C’era una volta il cinema…”.

E’ quanto si affrettano ad affermare fanatici nostalgici e neofiti scoraggiati. Eppure all’Iti “Alessandro Volta” di Tivoli e Guidonia vogliamo fortemente che ci sia ancora. Certo le grandi piattaforme hanno assestato un colpo decisivo a quella che ancora possiamo chiamare la settima arte.

Siamo nel vortice del cambiamento e anche il nostro modo di fruire le storie sta cambiando. Il racconto deve essere breve, lontano da complicazioni intellettuali, deve possibilmente avere la caratteristica della serialità, adattarsi allo ‘scroll’, come tecnicismi ormai consolidati impongono.

Ma allora la complessità del pensiero, l’anamnesi delle emozioni, i riti collettivi verranno sempre meno? No, è esattamente questo che non vogliamo!

Il pubblico è un giardino che va innaffiato, bisogna valorizzare le sale cittadine e trasformarle in luoghi di aggregazione sociale e culturale“. Lo ha detto Marta Donzelli, produttrice e presidente della Fondazione centro sperimentale di cinematografia illustrando all’incontro Anica i dati sugli incassi delle sale, che vanno sempre più precipitando dopo l’impennata pre pandemica.

Si parla da tempo di ‘morte del cinema’ ma le arti si trasformano, mutano e mai come oggi possiamo parlare di diffusione e di fruizione globale che interessano ogni angolo del pianeta, senza barriere fisiche, sociali o nazionali. Gian Luca Farinelli, direttore della cineteca di Bologna, osserva che “le piattaforme hanno bisogno del prestigio del cinema, hanno copiato i prodotti del sistema cinematografico… semmai bisognerebbe parlare di crisi della sala più che del cinema…” Per questo oggi più che mai bisogna ricostituire un rapporto con lo spettatore.

E’ necessario riappropriarsi della magica esperienza del “buio in sala”, delle emozioni che fluiscono in uno spazio condiviso, del fiato sospeso e perché no, anche dei fischi che animano la platea.

E’ una scommessa.

E il Volta di Tivoli e Guidonia, con la Dirigente Maria Cristina Berardini e con i suoi due collaboratori, professor Massimiliano De Sena e professoressa Adele Porcari, questa scommessa vuole vincerla. Più che una scommessa ci piace pensare ad un sfida che dirigente, docenti e studenti vogliono percorrere fino in fondo. Ecco perché un programma studiato di proiezioni nelle sale, nello specifico su tematiche relative ad argomenti che ben si prestano ad una didattica innovativa e coinvolgente.

Così l’Istituto tecnico, grazie all’organizzazione della professoressa Iolanda Nappi, porta i ragazzi al cinema e si confronta con l’arte senza dimenticare mai che da sempre l’arte stessa ha avuto a che fare con la tecnica.

Prima proiezione: DANTE di Pupi Avati.

Dopo un primo approccio o forse sarebbe meglio dire dopo lo scontro con il cinema di Pupi Avati possiamo toccare con mano ‘l’effetto cinema d’autore’ con il cuore pulsante di questa iniziativa: i ragazzi.

Matteo, 4B di Elettronica a Guidonia, reduce dalla prima uscita al The Space con la sua classe, infatti afferma: “Non è il mio genere di film, mi sono un po’ annoiato. Mi ha deluso il fatto che non fosse un film sulla Divina commedia ma Castellitto mi è piaciuto e mi sono piaciute le ricostruzioni accurate della vita medievale”.

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Lui non lo sa ma questo ‘cinema’ un lavoro sulla sua capacità di elaborare un pensiero circostanziato e strutturato lo ha già fatto, ha mosso qualcosa foriero di opportunità. Con immensa soddisfazione gli insegnanti accompagnatori hanno accolto i complimenti da parte degli operatori del cinema relativamente ai loro ragazzi che sono stati attenti, rispettosi e soprattutto perché hanno lasciato la sala pulita e in ordine così come si conviene.

Ed è proprio da questi obiettivi relativi alla formazione e alla partecipazione che noi del Volta non distogliamo lo sguardo.

Seconda proiezione: “L’Ombra di Caravaggio”, il tanto atteso lungometraggio di Michele Placido su Michelangelo Merisi, interpretato da Riccardo Scamarcio.

Terza Proiezione: “La Stranezza”, divertente omaggio al grande Luigi Pirandello, grazie alla splendida interpretazione di un Servillo sempre in forma e alla reincarnazione del Gatto e la Volpe di Ficarra e Picone di comenciniana memoria.

E molto altro ancora nel corso dell’anno a venire. Per concludere, proseguendo sul discorso di Farinelli che afferma che “le città senza le sale sono più povere”, potremmo a ragione affermare che le scuole senza il cinema, senza l’evento che si consuma in sala, lontano dagli onnipresenti device, sono meno ricche. Per cui al VOLTA ci piace affermare: “ Buio in sala, spegnete il cellulare e non interrompete le nostre emozioni”. God save the cinema!”.

Da Chiara Romeo, alunna della quarta E – INF all’Istituto Volta di Guidonia, riceviamo e pubblichiamo una recensione sul film “Dante”, Regia di Pupi Avati:

“E’ ispirato dal libro”Trattatello in Laude di Dante” di Giovanni Boccaccio.

SINOSSI: Il film racconta di Boccaccio che rivive la vita di Dante seguendo i suoi passi in tutt’Italia e ripercorrendo i suoi avvenimenti tramite dei flashback.

RECENSIONE: Il film “Dante” di Pupi Avati è forse uno degli esempi migliori di rappresentazione del medioevo, perché è riuscito a cogliere le sfumature di quel periodo storico. Lo scopo del regista non era creare il solito film sulla vita del Sommo Poeta come un documentario, ma riassumere la sua essenza in soli 94 minuti e, a mio parere, credo che ci sia pienamente riuscito, partendo da Sergio Castellitto, che con la sua bravura si è pienamente immedesimato in Giovanni Boccaccio, riuscendo a spiegare non solo con la sua figura, ma anche con la sua voce, la vita del poeta; dimostrando totalmente di essere degno del ruolo di protagonista.

Anche i coprotagonisti, come Alessandro Sperduti (Dante da giovane) o Carlotta Gamba (Beatrice Portinari), sono riusciti a rappresentare al meglio il ruolo a loro a loro assegnato. Per ultimi, ma non per importanza, anche i piccoli ruoli sono stati fondamentali nella realizzazione del film. Per esprimere un mio parere riguardante la sceneggiatura, sicuramente non mi sarei mai aspettata una trama del genere, tanto che, a volte, sono rimasta un pò perplessa.

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Non considererei questo film adatto a tutti e, sicuramente, non per bambini o persone che si impressionano facilmente. Per le scolaresche invece proporrei prima della visione del film, una spiegazione del “Trattatello in Laude di Dante”, fondamentale per capire il vero significato del film”.

Da Nicolò De Renzis, studente della classe terza F all’Istituto Volta di Guidonia, riceviamo e pubblichiamo una recensione sul film “Dante”, Regia di Pupi Avati:

“Questa pellicola si concentra sul narrare le vicende che riguardano la vita di Dante Alighieri, raccontandola tramite Giovanni Boccaccio che durante il film visita le terre dove si trovò il poeta fiorentino in vita sua, con l’obiettivo di fare chiarezza su ciò che accadde durante l’esilio.

Questo film aveva sicuramente delle buone se non ottime basi, riesce purtroppo a sfruttarne solo una ridotta parte, l’adattamento della storia di Dante riesce sicuramente a reggersi in piedi, ma perde molte a causa dello stile di narrazione eccessivamente romanzato e all’uso di simbolismi che sulla carta sono buone idee da usare per suscitare interesse nello spettatore, ma che vengono sfruttati male rendendoli forzati, inoltre questi ultimi vengono inseriti in scene troppo lunghe che secondo me fanno perdere interesse in chi guarda. Effetti di scena poco credibili, che si notano senza dover prestare attenzione ai dettagli.

Spezzando una lancia a favore di questa pellicola posso dire che la recitazione a volte molto teatrale era credibile e a tratti coinvolgente, attori come Alessandro Sperduti che interpreta Dante da giovane o Sergio Castellitto nei panni di Giovanni Boccaccio, giusto per citarne i più importanti, sono riusciti a dare un’anima ai personaggi.

Quest’opera non spicca invece in quanto a inquadrature, in queste non ho trovato nulla che mi abbia stupito, insomma niente di particolare, e l’ambientazione trovo sia poco riuscita, dovrebbe dare l’impressione di trovarsi tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento, tra Firenze e Ravenna, ma a mio parere non ci riesce per nulla, per tutto il film mi ha dato l’impressione che la pellicola fosse ambientata in epoca moderna. Insomma, questo film non mi ha fatto impazzire, non lo consiglierei ad un amico come visione, non penso nemmeno sia un prodotto valido se si è interessati alle vicende di Dante, avrei preferito che venisse dedicato più tempo all’approfondimento di alcuni argomenti che sono discussi superficialmente nel film, come la Divina Commedia, ad esempio, che è appena citata.

Una pellicola che si muove tra alti e bassi, ma che a mio parere non supera la sufficienza”.

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