PALOMBARA SABINA - Tragedia alle Terme, lo zio di Stepan: “Nel bocchettone senza griglia poteva finirci chiunque”

Il racconto di Angelo Moreschini, assessore a Castel Madama e vicerettore al Convitto di Tivoli

Poteva succedere a chiunque, anche ad un adulto. Purtroppo è accaduto a mio nipote. Non si può morire così”.

Sono le parole rilasciate alla stampa da Angelo Moreschini, assessore ai Lavori Pubblici e all’Ambiente del Comune di Castel Madama e già vicerettore al Convitto di Tivoli, zio di Stepan Bakanev, il bambino di 8 anni morto annegato presso le Terme Sabine di Cretone, a Palombara Sabina (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Angelo Moreschini, lo zio di Stepan, insieme al sindaco di Castel Madama Michele Nonni (foto di repertorio)

Angelo Moreschini, sposato con Daria Bakaneva, è sconvolto dalla tragica fine del piccolo Stepan che da circa due anni si era trasferito a Castel Madama insieme alla mamma Natalia, al padre Anton e alla sorellina Mia.

“Poteva finirci chiunque, anche un adulto con una gamba poteva finire lì dentro”, ha ribadito lo zio di Stepan riferendosi al bocchettone senza griglia attraverso il quale la piscina viene svuotata a fine giornata e all’interno del quale il bambino è stato risucchiato dalla pressione dell’acqua.

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Stando al racconto di Angelo Moreschini, verso le 18,30 è stata Mia, la sorellina di Stepan, ad avvertire il papà Anton che non vedeva più il fratello.

“Non sapendo dove fosse Stepan – spiega lo zio – hanno pensato che fosse in giro per lo stabilimento, dopodiché mio cognato si è tuffato. L’acqua termale è torbida e non si vede, ma il papà lo ha intercettao per i piedi ha provato a tirarlo fuori ma il vortice era troppo potente, non ce l’ha fatta e ha chiesto aiuto”.

Stepan era incastrato nel bocchettone di un diametro di circa 30-40 centimetri fino al torace sott’acqua, risucchiato dal sistema di drenaggio. Attimi di terrore, urla e disperazione.

I testimoni hanno riferito che almeno 5 persone – compresi i bagnini delle Terme Sabine – si sono immersi per estrarre il bambino rimasto incastrato nello scarico della piscina e per quasi un’ora hanno tentato l’impossibile.

“Abbiamo continuato ad immergerci per farlo uscire – ha raccontato uno dei soccorritori in un post su Facebook – avevamo le braccia e le mani tagliate dal bordo dello scarico. Abbiamo fatto tutto il possibile fino alla fine”.

Per estrarre il corpo senza vita di Stepan è stato necessario l’intervento dei sommozzatori del vigili del fuoco.

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“Hanno sfondato il muro da dietro – ha aggiunto il testimone nel suo post su Facebook – la scena più brutta della mia vita, è stato un incubo.. mi chiedo come si fa a non tenere una struttura del genere in sicurezza.

Il tubo era almeno di 35 40 cm di diametro e con la pressione dell’acqua è una trappola.

Bastava una griglia di acciaio e si poteva evitare una tragedia come questa.

Ho il cuore a pezzi, pensavamo di potercela fare.

Riposa in pace piccolo Angelo, che il cielo ti sia lieve e che Dio protegga la tua famiglia”.

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