TIVOLI – Area a rischio sink-hole, il Nuovo Ospedale Tiburtino si farà altrove

Il Presidente della Regione “scopre” l’acqua solfurea di Bagni di Tivoli e annuncia la delocalizzazione

Chi vi è nato lo sa bene.

E lo sapevano bene anche i tecnici della Asl, quando fu scelta per realizzare un’opera pubblica da 200 milioni di euro. Si tratta di una zona dove sono sufficienti un paio di colpi di piccone per veder zampillare l’acqua minerale solfurea.

Una bozza del futuro Nuovo Ospedale Tiburtino sul quale la Regione Lazio ha investito 205 milioni di euro

E’ quella dove la Asl Roma 5 di Tivoli ha progettato il “Nuovo Ospedale Tiburtino”, un polo di eccellenza con 347 posti letto previsto in Strada Cesurni su un’area di circa 9 ettari dell’ex Pio Istituto Santo Spirito, di proprietà della stessa Azienda Sanitaria Locale.

Oggi, lunedì 4 marzo, in una nota il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha risposto agli attacchi lanciati sabato scorso 2 marzo da parte dei vertici del sindacato FP CGIL attraverso il quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

“Sabato – si legge nella nota del Presidente Rocca – ho visto un comunicato stampa di una sigla sindacale pieno di errori ma l’ospedale Tiburtino si farà.

Purtroppo il progetto che noi abbiamo ereditato su quel terreno presenta delle criticità che noi dobbiamo affrontare in conferenza dei servizi, ma abbiamo già approntato un piano B su un altro terreno.

Questo prenderà qualche settimana in più rispetto alla possibile partenza della gara che poi porterà all`aggiudicazione dei lavori per il nuovo ospedale. Ma il nuovo ospedale Tiburtino si farà”.

Insomma, il Presidente Rocca ha “scoperto” l’acqua solfurea, parafrasando un antico proverbio per sdrammatizzare un caso destinato a far parlare.

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NEL 2020 LO STUDIO DI FATTIBILITA’ DA 46 MILA EURO

Sì, perché il fatto che l’area di 9 ettari in strada Cesurni fosse a rischio sink-hole era noto fin dall’inizio, ancor prima della progettazione esecutiva affidata dall’ex manager Giorgio Giulio Santonocito per sei milioni 502 mila 490 euro e 75 centesimi al Raggruppamento Temporaneo d’Impresa (Rti) formato dalla “Proger Spa” di Pescara come capofila insieme a “Manens”, “Tifs Spa”, “Steam Srl”, “Inar Srl”, “Studio Ingegneria Maggi Srl” e “Suissemed Ihs Sa” (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Lo aveva messo nero su bianco l’ingegner Ferdinando Ferone di Valmontone al quale il 30 gennaio 2020 l’ex Dg della Asl Giorgio Giulio Santonocito affidò un incarico da 46 mila 945 euro e 60 centesimi per la redazione dello Studio di Fattibilità tecnica del Nuovo Ospedale Tiburtino (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

LO STUDIO DI FATTIBILITA’ E LA SCELTA DELL’AREA

In 111 pagine l’ingegnere – oggi dirigente dell’Azienda Sanitaria Locale di Tivoli – spiegò innanzitutto i motivi della scelta di un’area nella desolata zona di Cesurni, a cominciare dal fatto che il lotto è di proprietà della Asl Roma 5, quindi immediatamente disponibile in quanto non necessitava di procedure di esproprio e non era stato oggetto di edificazione abusiva da parte di coloni o di società, rispetto invece al territorio circostante interessato dalla cementificazione senza regole.

Tra gli aspetti considerati favorevoli l’ingegner Ferone evidenziò una facile accessibilità sia dalla via Tiburtina che dalla linea ferroviaria Roma-Sulmona-Pescara distando la stazione di Bagni circa 2 chilometri. Il progettista indicò tra gli aspetti positivi anche il facile accesso sia dal casello autostradale di Tivoli della A24 a circa 7 chilometri, sia dal casello autostradale di Guidonia Montecelio della A1 a circa 9 chilometri.

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LO STUDIO DI FATTIBILITA’ E IL NOTO RISCHIO SINK-HOLE

Probabilmente avrebbe dovuto far dubitare gli allora vertici della Asl e della Regione Lazio sulla bontà della scelta dell’area, la parte dello Studio di Fattibilità relativa all’assetto geologico.geomorfologico ed idrogeologico.

L’ingegner Ferone scrisse a chiare lettere che l’area scelta non era soltanto caratterizzata geomorfologicamente da travertino e tufo calcareo, ma che rientrava nella zona perimetrata dalla Delibera di Giunta della Regione Lazio numero 1159/2002 come a rischio sink-hole.

Ossia un fenomeno di sprofondamento del terreno che i nati o residenti tra Bagni di Tivoli e a Villalba di Guidonia conoscono bene.

“L’area del progetto – si legge nello Studio di Fattibiltià dell’ingegner Ferone – si individua in corrispondenza di un deposito travertinoso in facies nota in letteratura come “Testina” posta in copertura su termini ad assetto litoide”.

Motivo per il quale il progettista suggerì sondaggi geognostici, anche profondi, di numero adeguato all’ottenimento di tutti i parametri necessari allo studio esecutivo, oltre ad analisi di laboratorio e strumentazioni per la realizzazione di prove geofisiche in foro (down-hole o cross-hole).

“Allo stato attuale – si legge ancora nello Studio di Fattibilità – per quello che concerne gli aspetti geomorfologici e idrogeologici generali non sono evidenziabili criticità degne di nota.

Ad ogni modo si evidenzia la presenza di acqua libera mineralizzata a profondità prossime a circa 5-7 metri dall’attuale piano di campagna.

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