Monterotondo – 25 Aprile, corteo cittadino ed omaggio ai Caduti

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Il corteo per le strade cittadine
25aprile mrotondo2Ad aprire il gruppo composto da un centinaio di persone è stata la banda musicale “Eretina” che, al ritmo di marce e canzoni patriottiche, ha saputo accompagnare gli stendardi e i tricolori delle varie compagnie e rappresentanze. Nelle prime file della colonna hanno sfilato le istituzioni comunali rappresentate dal sindaco e dal membro del suo staff Edgardo Prosperi, quindi gli esponenti dell’associazione Nazionale Carabinieri, dell’Aereonautica, i Mutilati e gli Invalidi del Lavoro, la rappresentanza del Comando dei Carabinieri e della Polizia Municipale, la Protezione Civile e l’Anpi di Monterotondo Sezione “Edmondo Riva”.
Cittadini ed istituzioni hanno camminato compatti per le vie della città in un clima di distensione e di festa, facendo tappa ad ogni monumento cittadino dedicato ai caduti.
Presso ogni memoriale è stato suonato parte dell’Inno Nazionale, mentre il sindaco e le rappresentanze rendevano omaggio ai tanti eroi di Monterotondo che hanno perso la vita vittime dei nazi-fascisti.

 

L’elenco nominale dei caduti
Gli stessi caduti per la libertà sono stati ricordati poi per nome, un ad uno, nel discorso che il Presidente dell’Anpi di Monterotondo, Riccardo Vommaro, ha tenuto nel Giardino del Cigno, ai piedi del monumento dedicato a Edmondo Riva.
Un momento toccante e di profonda cultura storica in quanto per molti neo cittadini, fino a quel momento, tanti dei cognomi citati rappresentavano solamente i nominativi di strade cittadine. Dunque per bocca di Vommaro sono tornati a rivivere Edmondo e Vladimiro Riva, Bruno Angellotti, Mario de Angelis, Osvaldo di Buò, Antonio Fattinnanzi, Luigi Gagliardi, Nazzario Palmioli, Gino Silvestrini, Dino Pompili e Vincenzo de Vecchis.

L’intervento del sindaco
25aprile mrotondo1In seguito è stata la volta del discorso del sindaco Mauro Alessandri, il quale ha voluto lanciare un proprio messaggio ai presenti: Alessandri ha ribadito l’importanza della memoria, troppo spesso sminuita e screditata, evocandone la sua forza ispiratrice per le azioni delle generazioni future. Inoltre il Primo Cittadino non ha dimenticato di sottolineare come gli eventi di 70 anni fa possano essere fonte di ispirazione per i giovani Italiani, fornendo esempi di coraggio e metodo per affrontare le sfide odierne che si profilano.
“Questa è stata una giornata di grande partecipazione per Monterotondo, non si chiuderà questa mattina ma durerà nel tempo – è stato il commento del sindaco dopo la fine delle celebrazioni -. A noi piace sfruttare questo momento non per intavolare una celebrazione vuota e sterile, ma per fare in modo che ogni anno si rinnovino le nostre promesse come cittadini nei confronti della nostra patria, della Repubblica e di tutto il popolo Italiano”.

 

Il commento di Edgardo Prosperi
Un parere sulla giornata è stato anche richiesto a Edgardo Prosperi, segretario del sindaco nonché forte sostenitore delle iniziative culturali della città eretina.
Prosperi non ha solo parlato della risposta dei cittadini, ma anche di come i ragazzi si rapportino a simili eventi: “Il 25 Aprile, come le altre grosse date e ricorrenze, sono purtroppo poco sentite perché le ultime generazioni non sono molto coinvolte a livello di studio. E questo è un peccato. Quest’anno invece mi sembra ci sia stata una risposta maggiore, magari dipesa dal momento storico particolare che viviamo. L’amministrazione, su questa scia, sta anche preparando una grossa manifestazione per la pace che si terrà il 9 Maggio, con il coinvolgimento dei comuni limitrofi, gli istituti di Monterotondo e le associazioni. E’ un tema particolare che vale la pena di mettere a fuoco”
“Cosa ci si può aspettare di positivo da questa celebrazione? Mi auguro – ha aggiunto Prosperi – che comunque serva a risvegliare un attimo le nostre coscienze e, come dicevo prima, sensibilizzare chi può a fare opera di proselitismo nel senso di far conoscere alle nuove generazioni quella che è la nostra storia, perché senza conoscerla sicuramente non c’è futuro”.

Eugenio Nuzzo

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