“Non voglio più restare da solo con lui” ha detto il bambino al padre che, di conseguenza, ha sporto denuncia.
Vista la gravità dei fatti e la reiterazione del reato non sono state riconosciute le attenuanti generiche:
“Nessun gesto riparatore” ha detto il pm. Alla prima condanna a due anni di reclusione, divenuta già definitiva con la Cassazione, si è aggiunta la pena di sei anni.
Su Tiburno, in edicola da martedì 5 giugno, l’approfondimento completo della sentenza