COVID-19, Guidonia è una discarica di mascherine e guanti

di Rachele Scoditti

Smog ridotto ai minimi storici, acque pulite, animali che passeggiano per le strade e natura che torna a respirare. Se la quarantena ci ha fatto sentire senza fiato e ci ha privato anche di una semplice boccata d’aria, il contrario è successo per il mondo esterno. Le fabbriche chiuse e le industrie che non producono materiale di scarto e rifiuti tossici ci hanno permesso di vedere com’era e come sarebbe il nostro pianeta senza l’inquinamento che produciamo ogni giorno.
Mentre il mondo si ripulisce dallo smog, però, mascherine e guanti rischiano di diventare una nuova fonte d’inquinamento. Soprattutto perché le strade che si erano ripulite, si stanno sporcando proprio di questi rifiuti sanitari altamente inquinanti. Guanti e mascherine chirurgiche sono inquinanti come la plastica, o forse anche di più. Obbligatori quando si esce e usa e getta. Una combo che ha permesso rapidamente ai cestini, e non solo, delle città di riempirsi di questi rifiuti. Entro la fine dell’anno ci troveremo a dover smaltire una quantità di mascherine guanti compreso fra le 150 le 450 tonnellate. E questi rifiuti il più delle volte non vengono gettati nei cestini, ma abbandonati sui marciapiedi, nelle aiuole, nei giardini e fuori dai supermercati. A Guidonia basta fare una passeggiata a La Sorgente per rendersi conto di quanto questo problema sia concreto.
Eppure smaltirli correttamente non è complicato. L’alternativa migliore sarebbe quella di acquistare delle mascherine riutilizzabili. In caso contrario non bisogna buttare direttamente guanti e mascherine nell’indifferenziata ma avvolgerli prima in un sacchetto molto resistente e chiuso con un laccio. In questo modo si limitano le possibilità che questi rifiuti si disperdano nell’ambiente o che entrino in contatto diretto con altri rifiuti indifferenziati. Ma gettarli per strada sembra più semplice per qualcuno.

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