Guidonia, i misteri del lago San Giovanni

Per gli esperti di storia contemporanea esiste un filo rosso che unisce la strage di Portella della Ginestra nel 1947 e via D’Amelio

La Penisola, è caratterizzata da una lunga serie di misteri e nonostante le indagini in molte occasioni la verità è rimasta decisamente lontana. Per gli esperti di storia contemporanea esiste un filo rosso che unisce la strage di Portella della Ginestra nel 1947 attribuita la bandito Salvatore Giuliano e via D’Amelio dove ha perso la vita il magistrato Paola Borsellino con la sua scorta, nel 1992. Questo percorso lungo quarantacinque anni è stato caratterizzato da massacri, attentati, depistaggi, presunti accordi segreti e misteri. In questa categoria trova spazio la vicenda legata al Lago San Giovanni, a fianco della via Longarina. E’ il 1982 quando il magistrato Ferdinando Imposimato invia una squadra di sommozzatori della polizia, per perlustrare il fondo del lago. Sorprendentemente gli investigatori portano alla luce una serie infinta di automobili (oltre cento), un camion con rimorchio e tre cadaveri. Tra le ipotesi, passate al vaglio degli inquirenti, una delle più accreditate lega i tre uomini rinvenuti sul fondo del laghetto ai servizi segreti di un paese dell’Est. In quell’Italia “inquieta” le brutte soprese per il magistrato campano proseguono con la scoperta di due cadaveri interrati in una zona agricola lungo la via Maremmana, nei pressi di Marcellina. Secondo il giudice il ritrovamento rafforzava la pista dei servizi segreti dell’Est, con l’aggiunta del traffico di armi. L’azione giudiziaria, però, non riesce a far emergere la verità e le domande sorte nel 1982 dopo 38 anni non hanno trovato risposta.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.