TIVOLI – “Il compagno maltratta me e i miei 4 figli”, ma non era vero: assolto

Il 68enne italiano scagionato con formula piena dalle accuse della ex compagna 48enne. La Procura aveva chiesto 3 anni di galera

Per come era stata raccontata sembrava il classico caso di compagno padrone e prepotente, ma in aula è emersa tutta un’altra storia.

Così mercoledì 24 aprile il Tribunale di Tivoli ha assolto un 68enne italiano perché il fatto non sussiste dall’accusa di maltrattamenti in famiglia ai danni della ex compagna e dei 4 figli della donna.

Secondo la ricostruzione della Procura di Tivoli, i fatti sono accaduti a Zagarolo dal 2017 fino al 25 aprile 2020, periodo in cui l’italiano di 68 anni ha convissuto con la compagna più giovane di 20 anni e i figli di lei, avuti da un matrimonio precedente.

Una relazione difficile la loro, da cui è nata una bambina che all’epoca dei fatti aveva due anni e mezzo e che, secondo la presunta vittima, sarebbe stata purtroppo anche testimone di maltrattamenti avvenuti all’interno del nucleo domestico.

La donna, originaria del Nord Italia, aveva denunciato così il convivente per il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi.

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L’accusa in aula ha rivendicato episodi di violenza fisica nei confronti della donna e dei suoi quattro figli, continue intimidazioni, umiliazioni, ingiurie e minacce. La ex si sentiva denigrata, sopraffatta e terrorizzata dal compagno arrivando a provare continuamente paura per la propria incolumità e dei suoi figli.

Il compagno, sempre secondo il racconto della vittima, la minacciava di “cacciarla” via di casa privandola così di autonomia decisionale ed economica e generando in lei una condizione di completa soggezione psicologica.

Per questo mercoledì la Procura ha chiesto al Collegio giudicante una pena di tre anni di reclusione.

Fatti ed argomentazioni completamente confutati dalla difesa nella veste dell’Avvocata Eleonora De Santis. “Assolutamente nessun tipo di violenza fisica, minaccia, ingiuria o umiliazione è stata compiuta dal mio assistito”.

“L’uomo aveva uno stipendio di 1500 euro e chiunque sa benissimo che riuscire a mantenere al giorno d’oggi una famiglia di sette persone è quasi impossibile”, ha spiegato ancora l’Avvocata De Santis.

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Richieste semplici, quelle fatte dall’uomo, di “economizzare” ed evitare inutili sperperi di denaro per mantenere la stabilità economica della famiglia, secondo la tesi della difesa. Rispetto all’accusa di aver costretto la compagna a lasciare il lavoro da addetta alle pulizie in un hotel, la difesa ha affermato che la scelta era stata assolutamente volontaria e strettamente collegata alla possibilità di assistere pienamente la loro bambina, molto piccola, che sicuramente necessitava di cure e attenzioni continue.

Proprio su tali affermazioni, il Collegio presieduto dal Giudice Sergio Umbriano – a latere il Giudice Matteo Petrolati e la Giudice Francesca Fabbrini – ha deciso diversamente rispetto alla posizione dell’imputato, pronunciando sentenza di assoluzione con formula piena ed indicando nella causa del dispositivo l’insussistenza del fatto rivendicato dall’accusa.

Per le motivazioni della sentenza bisognerà attendere il deposito tra 60 giorni.

(Claudia Santolamazza)

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