GT Corse, a Tivoli Terme un progetto sociale tra ruote e motori

Uno spazio dove sport e sociale si fondono in un progetto davvero unico e particolare. La GT Corse di Tivoli Terme, ed il percorso per kart e minimoto di via Cesurni, sono un microcosmo di sorprese.

Nata per promuovere le arti del motorsport, la struttura creata da Marco Profeta sta facendo crescere giovani leve di piloti ma anche di meccanici, telaisti, carburatoristi.

Anche se l’associazione è giovane, ancora non festeggia tre anni di vita, sono già nove i piloti impegnati nel campionato e ben 300 le persone che, a vario titolo, gravitano intorno alla pista.

“C’è chi viene per guidare, chi per far girare il figlio, ma anche chi ha un motore da riparare – racconta Profeta, l’inventore di questa officina, sia nel senso di luogo dove si riparano veicoli che inteso come esperimento, sociale -. Proprio l’altro giorno una persona mi ha chiesto di dargli un’occhiata ad un motore per la barca. Ma qui è così, è aperto a tutti ed è bello così”. Proprio questo è uno dei segreti del percorso allestito con oltre 3.800 copertoni, “tutti raccolti uno ad uno dalle discariche abusive della zona”.

 

“Ho creato questo posto con l’intenzione di promuovere le arti del motosport – racconta ancora Profeta -, qui abbiamo persone dai 5 agli 80 anni. C’è spazio per tutti. Abbiamo kart, mini moto ed una stiamo sistemando un’auto da corsa, una formula a ruote scoperte. E’ una bellissima Alfa Romeo, è stata esposta per anni davanti la Pista d’Oro, sono riuscito dopo tanti tentativi a comprarla ed ora la stiamo sistemando qui. Poi lo porteremo in pista”.

 

Dove nasce la passione per i kart ed i motori? “Ho sempre avuto la passione dei kart ma essendo figlio di operaio non ho potuto. Nella vita poi ho fatto altro, oltre al lavoro ho realizzato due film, uno girato proprio qui tra Tivoli e Guidonia Montecelio. Un giorno, lo ricordo ancora era una domenica pomeriggio, stavo facendo un giro in macchina con mio figlio ed abbiamo visto la Pista d’Oro che era aperta e siamo entrati per curiosare. Volevo fargliela vedere. A quel tempo non era più aperta ma qualcuno che ci girava ancora c’era. E li mi è tornata la voglia di kart e di questi sport. Mi è tornato il sogno che avevo da bambino ed avevo accantonato per molti anni. Dopo tre giorni avevo già il kart, poi ne ho preso uno per mio figlio ed ho cominciato a frequentare il gruppo dei piloti e ad amalgamarmi”.

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Ma cos’è per te il kart?

“E’ stata una rinuncia, perché non l’ho potuto fare da giovane. Era una cosa impossibile, un miraggio, un sogno. Ci sono stati dei momenti in cui l’ho anche odiato, magari quando li vedevo passare sul tetto di qualche macchina diretta ad una gara. Non avevo mai pensato di poterlo fare, ma non pensavo neanche di poter arrivare a fare un film eppure ci sono riuscito. E poi quel giorno, quando sono entrato nella Pista d’Oro, è stata come un’esplosione. Oggi vedere i bambini ed i ragazzo che lavorano sul telaio, che magari dopo un anno che vengono qui già smontano il motore o cambiano le gomme, è bellissimo”.

 

Ed il progetto del percorso come è nato?

“Parlando con Andrea Napoleoni, allora consiliare di maggioranza con l’Amministrazione Proietti, è venuta fuori l’idea di organizzare una corsa di kart a Tivoli Terme e poi, grazie al sostegno del Sindaco, sono riuscito ad organizzarla. Nonostante la pioggia, che un po’ ha rovinato lo spettacolo ed ha provocato problemi con il budget, è stata una grande festa. Da li è nato un primo percorso, piccolino, ospitato da TMR al Bivio di Guidonia. Avevo due soli kart, di cui uno in prestito. Oggi ne ho una trentina. Il salto c’è stato quando, parlando con un altro consigliere comunale, Maurizio Conti, è venuta fuori l’opportunità di gestire questo spazio su via Cesurni. Giorno dopo giorno, poi, ho creato questo percorso, con le strutture necessarie per mandarlo avanti. Per contribuire ai primi passi ho anche venduto la mia barca. Qui, appena arrivati c’erano, tre bilici pieni di immondizia. Ora siamo una grande famiglia, chi ha un po’ di tempo a disposizione viene e da una mano. C’è sempre qualcuno che gira, qualcuno che ripara o sistema qualcosa. Ci sono anche bambini che vengono qui per festeggiare il compleanno, mi piacerebbe anche organizzare qualche evento più avanti, ora sto allestendo un piccolo palco”.

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Perché la GT Corse è un’officina sociale?

“Perché il kart che viene ritenuto molto costoso. Chi va in pista affidandosi ai tecnici che sistemano e preparano il mezzo spendono anche diverse migliaia di euro. Noi facciamo ci tutti i lavori da soli, compriamo le tute per correre in stock, recuperiamo le gomme scartate da altri ma ancora buoni, sistemiamo e ricombiniamo i motori. Il kart, alla fine, è uno sport per intelligenti. Se una persona si adatta a farsi tutto, da hobbista, non è uno sport per ricchi e diventa accessibile a tutti. Fatto come dico io un ragazzo gira sui kart per un anno, partecipando ai campionati, al costo di una scuola calcio. Perché anche il figlio di un operaio deve poter correre. Questo, però, con la partecipazione de ragazzi, e spesso anche delle loro famiglie, che vivono il percorso, collaborando e dando una mano, non solo alla crescita di questo posto ma anche alla preparazione dei mezzi. Abbiamo due officine, alimentare con pannelli solari ed una piccola pala eolica. Così stiamo crescendo tutti insieme, passo dopo passo. Però chi non va bene a scuola, sempre in accordo con le famiglie, lo facciamo scendere dal kart. Anche i piloti dei campionati, se prendono brutti voti, non gareggiano”.

 

 

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