Il Covid aumenta la vulnerabilità delle donne

Tra marzo e giugno 2020 è più che raddoppiato il numero di telefonate ai centri antiviolenza e aumentano le spese mediche e legali per chi è vittima. A pagare è tutta la società

Il Covid aumenta la vulnerabilità delle donne. La convivenza forzata nelle nostre case-prigione per via del coronavirus, come sottolinea proprio nella giornata internazionale di contrasto alla violenza femminile, l’Inapp, l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, ha determinato un surplus di criticità. Infatti, secondo le informazioni raccolte ed elaborate dall’Istat, durante il periodo compreso tra marzo e giugno 2020 il numero delle chiamate telefoniche e dei contatti via chat al 1522 (il numero di pubblica utilità antiviolenza e antistalking) è più che raddoppiato rispetto a quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno, con un incremento percentuale pari al 119,6%. Si è passati da 6.956 a 15.280 contatti.

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Dice l’Inapp: i costi diretti della violenza riguardano non solo le donne che la subiscono ma tutta la collettività. Accanto alle spese per cure mediche e psicologiche presso strutture private e non, per i farmaci, per le spese legali e per danni alle proprietà, si devono considerare le assenze dal lavoro e gli impedimenti nello svolgimento delle attività quotidiane. L’ente di ricerca ricorda anche che nel 2016 è divenuto operativo il congedo per le donne vittime di violenza, per il quale le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato, escluse le lavoratrici del settore domestico, possono avvalersi di un congedo indennizzato per un periodo massimo di 3 mesi al fine di svolgere i percorsi di protezione certificati dai servizi sociali del comune di appartenenza, dai Centri antiviolenza o dalle Case Rifugio. Inoltre, nel 2019, con la Legge n. 69 denominata “Codice rosso”, si è inteso rendere più rapido lo svolgimento delle indagini sui casi di violenza sulle donne, aumentando le pene previste nei casi di violenza o stalking.

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Il Piano Nazionale Antiviolenza 2017-2020 (Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità) definisce una strategia d’intervento caratterizzata da una logica di partenariato e di politiche integrate. I tre assi strategici rimangono sempre gli stessi: prevenire, proteggere e sostenere, perseguire e punire.

 

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