La “prima trappola” per il Governo scatta mercoledì

Al centro del mirino anche in questa occasione si trova il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Un voto contrario alla relazione di Bonafede,  al Senato, aprirebbe la strada alle dimissioni del premier

I numeri, in politica contano più di qualsiasi altra cosa e proprio loro “dicono” che il governo in carica ha una maggioranza in entrambi i rami del parlamento. In realtà lo scarto al Senato è minimo e su questa differenza ridotta si basa la crisi avviata da Matteo Renzi. La questione di fondo è che nessuno vuole andare al voto a cominciare dal PD fino a finire al centrodestra che ha deciso, non poteva fare altrimenti, di ripetere il ritornello “le elezioni sono l’unica strada percorribile”. Mentre il premier Giuseppe Conte spera di mantenere la leadership puntando sui “costruttori”, un tempo erano chiamati voltagabbana, il primo pericolo per la maggioranza può giungere mercoledì. Al centro del mirino anche in questa occasione si trova il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Un voto contrario alla relazione di Bonafede al Senato aprirebbe la strada  alle dimissioni del premier. Potrebbe anche ripetersi quanto accaduto nel 1976, con il governo della “non sfiducia” rimasto in carica per quasi due anni, anche se in questa occasione in soccorso della maggioranza giungerebbe il “semestre bianco”. Aleggiano anche le possibilità di un governo “istituzionale”, oppure di “Unità nazionale”. Siamo, però, nel campo delle ipotesi.

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