Crollo commercio

Peggio del previsto i consumi a gennaio: crollo a -12,9%

Nel confronto annuo, i consumi vanno peggio del previsto, con un crollo che sfiora il 13%. Malissimo per alberghi, -70%, e ristorazione, a -57,4%. Sono i dati della Confcommercio

Male, malissimo e peggio del previsto: nel confronto annuo i consumi hanno avuto in gennaio un crollo pari al -12,7% (che è pure in contenuto miglioramento rispetto al -13,8% di dicembre). A indicarlo è la Confcommercio, per la quale “l’inizio del 2021 è caratterizzato da una completa stagnazione dell’attività economica”. La gente (chi può ovviamente e che ha un reddito per farlo) risparmia molto e i conti correnti diventano più copiosi ma quanto accumulato dalle famiglie “non trova canali adeguati per concretizzarsi in maggiori consumi a causa delle perduranti restrizioni, generando una pericolosa incertezza che mette in discussione l’auspicata ripresa”, segnala ancora la Confcommercio. Insomma, anche chi ha risorse economiche non le spende o lo fa ai minimi termini e il crollo fa sì che i consumi non riescano ad alzare la testa. La preoccupazione è che, se si dovesse aspettare la completa sconfitta del virus, per le attività economiche significherebbe non riuscire a tornare alla normalità, con tante serrande irrimediabilmente tenute giù. Su questo già dovrebbe lavorare il nuovo esecutivo Draghi, poiché i vuoti di domanda e di produzione che si sono generati nell’ultimo anno rischiano di tradursi in un sistema produttivo decimato, soprattutto in alcuni comparti dei servizi, con riflessi anche su settori che, al momento, appaiono più in salute e più protetti. In sintesi, il crollo generalizzato dei consumi è tale che è inutile aspettarsi un significativo recupero in questo 2021.

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L’indicatore dei consumi di Confcommercio, che si basa sul susseguirsi di aperture e chiusure, ha portato a una stima della variazione del Pil per il mese di febbraio dello 0,1% in termini congiunturali: nel confronto annuo il dato si attesta al -8,3% rispetto allo stesso mese del 2020 confermando l’andamento stagnante già emerso a gennaio. Sono i servizi legati alla mobilità ed alla fruizione del tempo libero quelli che hanno segnalato il crollo più negativo. Per molti segmenti il crollo superiore al 50% è diventato quasi la norma: gli alberghi sono andati giù del 70%, la ristorazione risulta a -57,4%. Nonostante i saldi, poi abbigliamento e calzature rimangono sempre a un -16,4% nel confronto con gennaio 2020. In decisa riduzione continua a risultare anche la domanda di carburanti (-16%) segmento che risente in misura di rilievo delle limitazioni alla mobilità.

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