Dalla strage di Haymarket a Portella della Ginestra

Dall’Illinois al profondo sud dove i mandanti del massacro non sono mai stati individuati.    

Per i lavoratori la via per ottenere i propri diritti, in ogni epoca, è stata difficile, lunga e specialmente drammatica. Nel giorno a loro dedicato non possiamo non ricordare il primo maggio del 1886 quando a Chicago durante un raduno di lavoratori ed attivisti in supporto a lavoratori in sciopero, si trasforma in tragedia. Uno sconosciuto lancia una bomba su un gruppo di agenti di polizia, uccidendone uno istantaneamente. Nel caos conseguente sette agenti vengono uccisi da fuoco amico, così come molti civili. Il processo porta alla condanna a morte per impiccagione di otto lavoratori anarchici di origine tedesca, in seguito riconosciuti innocenti. Ancora oggi le cause della strage sono oscure, nonostante le profonde divisioni tra gli operai e gli imprenditori. I giornali simpatizzanti per i capitalisti diffamano regolarmente immigrati e anarchici e, dopo il massacro di Haymarket Square continuavano ad alimentare un clima improntato all’odio. Anche nel nostro Paese la situazione non era certo differente a Roma nel 1890  durante la festa dei lavoratori la città viene occupata da poliziotti, carabinieri, corpi dell’esercito e squadroni di cavalleria. Lo stesso clima di forte tensione è presente a Porta Trionfale e pure a Piazza Vittorio. Inoltre, negli anni che precedono il Secolo Breve la festa dei lavoratori viene vietata e repressa dalle autorità. Questa data in Italia è, però, segnata dl primo maggio del 1947 quando a Portella della Ginestra (provincia di Palermo) la banda del bandito Salvatore Giuliano spara contro la folla di contadini riuniti per celebrare la festa dei lavoratori, provocando undici morti e numerosi feriti.

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