La “strage nera”

L’Italia ricorda, dopo 47 anni, l’attentato neofascista di Piazza della Loggia a Brescia.  

Uno dei giorni più cupi che il nostro Paese è senza dubbio il 28 maggio del 1974, quando una bomba esplode a Piazza della Loggia (Brescia).  Dopo molti anni di indagini, depistaggi e processi è il gruppo neofascista di Ordine Nuovo ad essere riconosciuto colpevole. Nel corso dei vari procedimenti giudiziari relativi alla strage si è costantemente fatta largo l’ipotesi del coinvolgimento di rami dei servizi segreti e di apparati dello Stato nella drammatica vicenda. Le vittime sono state otto e 102 i  feriti. Tre persone sono morte sul colpo, altre tre durante il trasporto in ospedale e due feriti muoio dopo ore di agonia. Quel giorno in piazza della Loggia è prevista una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista con la presenza del sindacalista della CISL Franco Castrezzati, dell’On. Adelio Terraroli del PCI e del segretario della Camera del Lavoro di Brescia Gianni Panella. Centinaia di persone, giovani e non, scendono in piazza a manifestare pacificamente. Secondo alcuni esperti di storia contemporanea la strage di Brescia rientra nella strategia della tensione che è una “teoria politica” sorta con il target di destabilizzazione gli equilibri presenti all’interno del nostro Paese. Taluni ritengono possibile la presenza dietro questo drammatico periodo di Gladio (organizzazione paramilitare appartenente alla rete internazionale Stay-behind) oppure dell’Anello (un’organizzazione segreta italiana composta da ex ufficiali).

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