Dalla Cina con furore

Cibo, giocattoli e vestiti taroccati invadono l'Italia

Prodotti falsi, pericolosi, tossici e vietati

Fate bene attenzione a ciò che toccate e mangiate: i rischi sono invisibili ma gli effetti spesso sono drammatici. L’allarme è stato lanciato da Milena Gabbanelli e Simona Ravizza con un’inchiesta pubblicata oggi sul Corriere della Sera.

La Cina è leader mondiale della contraffazione ed i suoi prodotti hanno invaso il pianeta con riflessi gravissimi sulla popolazione mondiale, specie infantile.

Basti pensare che in Italia la Guardia di Finanza ha sequestrato negli ultimi tre anni qualcosa come 79 milioni di pezzi. Il reato più comune è la falsificazione dei prodotti.

Ai varchi doganali sono stati intercettati 25 milioni di articoli provenienti dalla Cina con la dicitura “made in Italy”. Si tratta in realtà di giocattoli tossici, carte da gioco di qualità mediocre, bambole e peluche in stile Walt Disney e Barbie taroccate Mattel.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - Ospedale, 116 mila euro per tinteggiare le pareti delle scale

Circa il 68% della merce bloccata riguarda borse, occhiali da sole, bigiotteria, orologi che imitano i grandi marchi e componenti elettroniche. Tutti rigorosamente falsi.

Nel caso dei giocattoli l’allarme è altissimo per il rischio concreto di contaminazione da prodotti chimici altamente tossici per la salute. Negli articoli destinati all’infanzia sono state individuate concentrazioni pericolose di sostanze che possono causare lesioni al fegato, ai reni, atrofie testicolari e riduzione della fertilità.

E ancora, arrivano dalla Cina farmaci senza controlli, che possono causare danni alla salute, anche gravi. La merce proveniente dalla Repubblica popolare viaggia insieme a quella regolare nei container delle navi ed  arriva in quei  paesi dell’Unione europea dove i controlli doganali sono meno rigidi. Per poi finire in Italia, Germania, Francia e Spagna.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - Per realizzare il sottopasso vuole demolire il palazzo, Comune condannato

Nel nostro Paese le ispezioni sono severissime sulla base di informazioni acquisite in tempo reale dal sistema informatico condiviso. La merce che però sfugge ai controlli finisce sulle bancarelle, negli esercizi commerciali oppure nelle catene di distribuzione online.

Infine il cibo, pessimo nella qualità. A guadagnarci è soprattutto la Cina, a pagarne le conseguenze tutta l’Europa.

 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.