“Il sogno di carta” di Giuseppe Segrè

La produzione annuale tiburtina era di ben 70.000 quintali

Mentre a Parigi viene inaugurata la Torre Eiffel a Tivoli Giuseppe Segrè, grande industriale del suo tempo, decide di dare vita al suo “sogno di carta” e compra una modestissima cartiera riuscendo con il tempo realizzare la “Società Anonima Cartiere Tiburtine ed Affini”. Il gruppo diventa uno dei più importanti del nostro Paese. Le cartiere sono formate da due stabilimenti: una cartiera tiburtina propriamente detta con 300 operai e la cartiera della Sibilla con 100 operai. La forza motrice di questi stabilimenti giunge dal fiume Aniene e solo con il trascorrere degli anni la “rete” viene elettrificata fino a raggiungere una forza di 2500 cavalli. A Tivoli trova spazio anche una fabbrica di pasta di legno e buona parte del pioppo che giunge dalla Finlandia. Nei primi decenni del Secolo Breve la carta viene esportata in Libia, Egitto, Palestina, Tunisia e anche nelle nazioni orientali. Tivoli diventa senza dubbio uno delle città più importanti al mondo per la creazione della carta, con una produzione di ben 70.000 quintali.

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