Più inutile del Green Pass è la polemica sul Green Pass

“La miseria della filosofia” di Cacciari e Agamben coinvolge soggetti più avvezzi alle discussioni che alle soluzioni

Non è difficile dire che il Green Pass è una misura impropria che accentua tensioni sociali laddove non ce n’era alcun bisogno. Solo che più inutile del Green Pass è la polemica sul Green Pass. I risultati pratici di indurre tanti indecisi a vaccinarsi taglia ogni dialettica. Illiberale? No. Semplice sistema pratico per fare un obbligo di vaccinazione che non si può fare perché è vero che questi vaccini sono sperimentali, così come vero che un farmaco non ha conosciuto mai una distribuzione planetaria così forte. E allora chi lo produce deve sentirsi scudato da contraccolpi legali di coloro che ne avessero effetti indesiderati. E lo Stato scuda le case farmaceutiche. Ma deve scudare anche sé stesso perché altrimenti le richieste di rimborso arriverebbero allo Stato impositore che ha obbligato ad una misura farmaceutica che ha costretto il singolo al letto, ammalato, o morto.

Tutto deriva da qui. Il timore di controversie legali. Possibile che Cacciari e Agamben questo non l’abbiano capito?

Contro i principi naturali del diritto di cittadinanza? No. Perché si stabilisce un diritto più forte di chi ha sostenuto la prova di vaccinarsi, andando incontro a possibili malesseri, nei confronti di un diritto più debole di chi questi piccoli rischi non li ha voluti correre. Non solo. È vero che anche un vaccinato può essere veicolo di contagio per aver contratto il virus pur non avendone effetti, ma è anche vero che la carica virale di una persona non vaccinata è presumibilmente più forte di quella che un vaccinato potrebbe avere contratto nelle medesime circostanze di una persona vaccinata. Quindi chi è vaccinato, in virtù dei rischi che si è preso vaccinandosi, ha il diritto di sapere che le persone accanto a lui sono quantomeno vaccinate come lui, che non è esposto a cariche virali forti.

Di qui ci sono una miriade di obiezioni giustissime sulla inapplicabilità della norma. Negli autobus? In tanti luoghi di assembramento non ancora normati come si riesce ad applicare la selezione tra vaccinati e non?

Questa discussione ha però un senso se sussiste il comune accordo per cui il vaccino segna un grande passo in avanti nella lotta al virus. Se non c’è questa condivisione inutile discutere. Il dibattito sul Green Pass è mascherato. In effetti ancora si discute su vaccino-sì, vaccino-no.

E fa molta pena leggere Cacciari che strizza l’occhio alle argomentazioni no vax quando evidenzia il suo scetticismo verso un vaccino realizzato in fretta. Come è stato scritto anche su TIBURNO il 99% dei morti negli ultimi sei mesi è di persone non vaccinate o che non avevano completato il ciclo di vaccinazioni, il restante uno per cento erano persone molto malate o molto anziane. È un’evidenza che dovrebbe tagliare, come con Guglielmo d’Ockham, ogni chiacchiera universalistica.

Il discredito che Cacciari e Agamben hanno lasciato sulla filosofia in questa circostanza appare una ferita inferta a questo flusso di esistenze reali che sarà difficile curare.

 

 

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3 commenti su “Più inutile del Green Pass è la polemica sul Green Pass”

  1. Caro Nardi ciò che afferma decade miseramente alla luce dei nuovi dati riguardanti la variante Delta del Covid, snocciolati suo malgrado da Fauci sulla situazione americana. Non entro nelle sue disquisizioni su diritti forti di chi si è vaccinato e diritti deboli di chi non ha accettato di farlo ma mi permetta dirle a mia modesta opinione fa acqua da tutte le parti. Tornando ai dati la variante Delta incide in pari grado su vaccinati e non vaccinati con la stessa carica virale. Ergo per deduzione logica facilissima il green pass oltre ad essere vergognosamente sempre a mio modesto parere discriminante come ha detto Cacciari è inutile e dannoso. Inutile perché non impedisce la diffusione del virus come ampiamente dimostrato in America su dati ufficiali non su chiacchere. Dannoso perchè inconsapevolmente si dà licenza di “uccidere” ai tesserati che tronfi del proprio pass si sentono ingannevolmente protetti.

    1. redazione redazione

      Nello scusarmi per la tardività della risposta, dovuta al fatto che solo ora mi sono accorto della sua replica, mi premo di evidenziare che quanto detto da Fauci non aggiunge alcunché al contenuto dell’articolo incentrato sull’inutilità della discussione sul Green Pass. Questa inutilità è dettata dal fatto che le sue argomentazioni – a favore o contrarie – sono ricorsive e prevedibili riproducendo così un inutile ping pong.
      La questione centrale resta la necessità di vaccinarsi e questa è dimostrabile dalla risibilità della fenomenologia della quarta ondata. E lo dobbiamo alla diffusione della pratica del vaccino, anche se tutti sappiamo non consiste in una misura che riesce a tutelare onnicomprensivamente. Nessun farmaco riesce ad essere risolutivo sempre. Tanto più i vaccini. Al momento laicamente è la risposta che riusciamo a dare. E i risultati sono innegabili, anche se – tutti sanno – che anche un vaccinato può nuovamente contagiarsi e contagiare. Ma i termini di possibilità e di potenzialità di contagio sono diversi da chi non si è vaccinato.
      Questo per dire che la centralità della discussione resta sulla necessità o possibilità dei vaccini, non sul Green Pass.

    2. Proprio oggi, 30 settembre, il sottosegretario alla Salute Piepaolo Sileri è tornato sull’argomento. Sileri ha detto che “il virus trova sempre meno spazio intorno a sé” grazie al vaccino. E questo “al di là delle baggianate che vengono dette sul fatto che tutti i vaccinati possono infettarsi ed infettare”. (Ipse dixit). L’eccezione non fa regola, ha inteso dire.

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