Comincia la caccia al tesoro afghano

Le materie prime sono stimate negli States pari a tremila miliardi di dollari

 

Secondo gli esperti di geopolitica in Afghanistan si apre, ora (ma non si capisce perché solo ora), la partita per lo sfruttamento delle risorse minerarie. Queste si apicalizzano col rame, considerato l’oro del terzo millennio. Ma anche l’oro propriamente detto e pietre preziose. La Cina sarebbe al primo posto per questa corsa per impegni già presi. Se così fosse non si capirebbe il motivo per cui gli States abbiamo perso per loro scelta il dominio di in paese così ricco di risorse. Più facile, invece, come esercizio di fantapolitica, che gli americani abbiano preferito i talebani per siglare rapporti commerciali importanti. Si capirebbe allora il campo libero lasciato, nell’impossibilità di fare il paese imperialista nel ventunesimo secolo.
Ma la Cina ha dalla sua licenze di estrazione del rame. In Afghanistan è stimato un potenziale di risorse per questo metallo pari a undici milioni e mezzo di tonnellate. Sempre la Cina possederebbe la concessione per lo sfruttamento del petrolio per venticinque anni. E poi il litio. Nel nord sono stati scoperti 1,8 miliardi di barili di petrolio e gas.
Difficile capire se avranno ragione i ragionamenti di fantapolitica o le elucubrazioni dei geopolitico. Sicuramente in Afghanistan si apre oggi una partita molto grande dove non c’è solo il grado di democrazia che sapranno esprimere i talebani né solo il mercato dell’oppio.

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