Islanda, addio al primato femminile in Parlamento

Ribaltate le percentuali ma il Paese resta in cima al mondo per la parità di genere

Primati

È stato di breve durata il primato vantato dall’Islanda come Paese con un Parlamento a maggioranza femminile.

L’isola dei Ghiacci, andata al voto sabato e domenica scorsi, fa di nuovo i conti e prende atto che il tetto di cristallo è stato sfondato solo in parte.

Dei 63 seggi dell’Assemblea unicamerale, 30 saranno occupati da deputate, ovvero il 47,6%, e non 33 come da precedenti valutazioni che avrebbero permesso alle donne di superare la soglia del 50%.

Niente supremazia rosa dunque ma il risultato del voto resta comunque importante per un Paese guidato dal 2017 da una giovane premier.

La cultura della parità di genere pone l’Islanda in testa alla classifica del Forum economico mondiale. Qui il congedo parentale è uguale per uomini e donne, la prima legge sulla parità di retribuzione risale al 1961 e per annullare le residue diseguaglianze salariali tra sessi nel 2018 è stata approvata una legge che impone alle aziende con oltre 25 dipendenti una certificazione che attesti la parità retributiva, non solo di genere ma anche etnica.

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L’Islanda è stato inoltre il primo Paese al mondo ad eleggere un presidente donna nel 1980 rimasta in carica per 16 anni.

 

 

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