Tutti gli uomini vogliono fare il presidente

Sulla invereconda versione di Berlusconi intenda arrivare allo scranno più alto del Quirinale

Il presidente della repubblica dalle nostre parti è sempre stato considerato come la Madonna. Inviolato e inviolabile. La personificazione del più alto grado della nostra repubblica doverosamente al di sopra di ogni contumelia. Dette scandalo quindi Francesco Cossiga quando cominciò a picconare i partiti che sebbene discutibili costituiscono un nerbo dello Stato. Lo fece durante gli ultimi due anni del suo mandato che finì anticipatamente con sue spiegabili dimissioni. Viene ancora celebrato Sandro Pertini per i suoi toni sovra istituzionali che però lo mettevano a contatto col sentire comune, almeno quello di chi condivideva il percorso filologico partito dalla Resistenza.

In questo quadro si personaggi da incorniciare in vita appare eccentrica l’autoproclamazione di Silvio Berlusconi alla candidatura del presidente della repubblica. Tutti hanno diritto alle loro aspirazioni, ma è ben chiaro che per i rituali della politica il candidato che si espone anzitempo è matematicamente il personaggio bruciato o da sacrificare sul tavolo della trattativa. Consiste proprio in un espediente. Si avvia la discussione su qualsiasi incarico avanzando proposte che la controparte avverserà per dare un inizio. È chiaro quindi che quel personaggio sarà cancellato dalla discussione in tempi assai brevi.

Non si capisce allora perché Silvio Berlusconi si sia autocandidato, essendo un personaggio che conosce bene l’andamento delle trattative. In più l’essere identità politica e umana ammirata ma anche detestata non lo rende affine a quella sacralità dell’indentikit tipico di cui si evidenziava in apertura.

E allora resta la domanda su come possa lontanamente pretendere di farcela, Silvio Berluscono. Dall’alto di una sentenza passata in giudicato e avendo scontato la pena, con il processo Ruby ter appena concluso, in cui ne è uscito ma in cui comunque è stato sottoposto a un procedimento giudiziario pesante come mole accusatoria, come spera di farcela? Chiaramente non spetta agli italiani capire le motivazioni recondite nelle aspettative delle azioni di uno di loro.

È che con una trattativa già abbondantemente avviata e un pullulare di alternative formate da consunti senatori della politica, ma dalla fedina penale immacolata, questa mossa esce da ogni grammatica del fare.

E allora la risposta può configurarsi nel farsi bruciare la proposta per poi avere le carte in mano e decidere su chi rilanciare. Un gioco in cui chi ha vinto non è l’eletto, bensì il grande elettore.

 

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