C’è bisogno dell’albero di Natale davanti alla Casa di Cristo?

L’abete rosso che arriva da Andalo apre la polemica per il fatto di esser stato espiantato dal suo habitat dopo 113 anni

Stavolta è stata Andalo ad essere selezionata per il regalo al Papa atto ad ornare piazza San Pietro durante Natale. L’abete rosso, questo è il nome della speciale tipologia di albero, è alto 28 metri di altezza e ha 113 anni. Arriva dall’Altopiano della Paganella in provincia di Trento. Sono serviti circa quaranta volontari nello stesso borgo per realizzare addobbi.

Non sono mancate le polemiche degli ambientalisti. È giusto spezzare la vita di un albero secolare solo per fini decorativi, pur dedicati alla massima rappresentanza?

La risposta è che togliere quell’albero dal suo habitat darà spazio e respiro ad altri alberi nascenti ed è stato rimosso in un contesto in cui sussistono una miriade di alberi identici, in un’area a verde pari a 390.463 ettari, il 63% della provincia trentina.

Ma è una risposta che non tiene conto del soggetto, guarda solo l’insieme delle cose e perde di vista gli individui che ne fanno parte. Non avendo potuto ottenere il parere dell’albero espiantato, si coglie la condizione generale come l’unica motivazione determinante.

(Il criterio che schiaccia totalmente il parere della soggettività è stato tematizzato – male, ma il riferimento c’è stato – quando si è discusso sui temi della libertà individuale in contrapposizione delle scelte adottate per tutti, in occasione dell’obbligatorietà, esplicita o palese, delle vaccinazioni).

Ma la domanda fondamentale che ci si dovrebbe porre sull’opportunità di quell’albero a piazza San Pietro, che in questa edizione natalizia raggiunge la sua trentasettesima esposizione per Natale, consiste nel chiedersi: La casa di Cristo ha bisogno dell’albero per rappresentare la sua natività?

Sicuramente no. Ed è solo uno dei molti esempi in cui il messaggio ha prestato la sua iconografia a piegarsi agli stilemi visivi del mondo. Ma questa è un’altra storia.

 

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