frenata crescita

La risalita del Pil è a forte rischio

Le previsioni di Confindustria confermano le stime negative della crescita di Banca d’Italia. Causa principale: il caro-energia

La risalita del Pil italiano a inizio 2022 è a forte rischio e il balzo dell’inflazione sarà transitorio solo se si raffredderà l’energia. Il rincaro dell’energia colpisce l’industria italiana, la cui produzione è attesa in flessione, e gli elevati contagi frenano i consumi di servizi, che vanno di nuovo giù. Il Centro Studi Confindustria conferma le stime negative per la crescita che un paio di giorni fa sono arrivate da Banca d’Italia che prevede un Pil quest’anno a non più del 3,8%. E che, per l’associazione imprenditoriale, nel primo trimestre del 2022, avrà un impatto di almeno 0,8% sul prodotto interno lordo, che sarà lontano dal 4,1% previsto solo a dicembre. Il che significa: il caro-energia sta frenando non poco l’economia, con nubi “sempre più fitte”. Andando giù duro su tutte le future analisi. Per gli investimenti le attese delle imprese sono diventate pessimiste, mentre il credito resta stabile e l’occupazione in recupero fino a novembre. L’export italiano è ormai  tra luci e ombre: nell’Eurozona si diffondono sfiducia e timore, mentre prosegue la frenata negli Usa e gli emergenti vanno avanti piano. La manifattura è in negativo già a dicembre, e nel turismo il recupero fino a novembre era parziale (-25% dal 2019 i viaggi di stranieri in Italia) e ora la nuova ondata di contagi sta riducendo la mobilità delle famiglie (-22% in Italia a gennaio 2022). Ciò potrebbe frenare nuovamente le spese fuori casa, sebbene i limiti di legge restino moderati. Insomma, come detto, il recupero dei consumi (gap di -3,6% dal pre-crisi, tutto nei servizi) rischia di interrompersi. Intanto, i prezzi continuano ad aumentare, più del 5% in tutta l’Eurozona, e la spesa energetica peserà complessivamente sulle famiglie di 5-6 miliardi.

Buona domenica.

 

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