Monterotondo – Fioriera votiva spaccata di notte nel centro storico

Il fatto è successo dopo l'ennesima notte di grida e schiamazzi

Ieri notte una fioriera è stata spaccata nel centro storico, tra via Giuseppe Verdi e via Guglielmo Oberdan.

Nel contesto globale della malamovida è poca cosa, qualcuno dirà. Dopotutto si tratta di una pianta, qualcuno dirà. Vero. Però quella pianta era stata messa lì, all’incrocio tra le due vie del centro, da una donna che aveva anche affisso all’angolo l’icona della Madonna dello scapolaro, che aveva comprato il vaso per piantare il rampicante che curava da anni, forse sperando che arrivasse ad abbellire l’icona votiva che la sovrasta. Ma qualcuno non ha dato a lei, né agli altri abitanti del centro storico, questa soddisfazione.

Fioriera votiva spaccata nel centro storico di Monterotondo
Fioriera votiva spaccata nel centro storico di Monterotondo

Ieri notte una testimone, la 45enne Alessia Ciccorelli, racconta di aver sentito schiamazzi sulla via tra mezzanotte e l’una, ma di non essersi affacciata per filmare quello che stava accadendo, perché, dice “non possiamo sempre metterci a fare gli sceriffi”. Un altro uomo ci racconta di essere tornato all’1 e quindici e di aver trovato il vaso spaccato e riverso in terra. Stamattina qualcuno ha avuto la delicatezza di tentare di ricomporre i pezzi alla buona, ma il vaso va ovviamente sostituito. “Qui sotto circolano spessissimo minori ubriachi”, continua Ciccorelli, “ma ancora nessuno controlla che non venga servito alcool ai minori, che è vietato come continuare a dare da bere a chi è in evidente stato di ebbrezza”.

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Gianluca Pirozzi, presidente dell’associazione Centro Storico in Movimento, afferma: “Il bello va coltivato, difeso e preservato e l’incuria del borgo e la scarsa pulizia con cui esso si confronta non fanno che favorire l’idea di poter fare ciò che si vuole: la teoria della finestra rotta. Ecco perché sarebbe importante tenerlo a lustro e fare anche controlli per sanzionare di giorno come di notte chi non si cura del luogo; poi servono progetti e interventi per cercare di andare alla radice del problema. Ma qui si fa un regolamento per il centro storico senza consultare chi ci vive (magari solo alcune categorie di esercenti) e si ignorano le richieste di modifica ed interventi fatte dagli abitanti”.

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